Dopo quasi una settimana dalla denuncia della sinistra di opposizione di “Diritti in Comune” (Una città in comune e Rifondazione comunista), almeno a parole nessuno più sostiene il progetto di una enorme base militare di 70 ettari all’interno del Parco di Migliarino-San Rossore.
Non lo difende il sindaco leghista Michele Conti: “Mi faccio interprete dal sentimento della comunità pisana nel dirmi contrario a quel tipo di intervento in un’area che ricade nel parco naturale”. E non lo difende il Pd, che presenterà in Consiglio regionale una mozione per chiedere alla giunta di Eugenio Giani “di avviare un confronto con l’esecutivo nazionale, ministero della Difesa e autorità militari”.
Ma per arrivare all’obiettivo di scongiurare la colata di cemento, superiore per estensione allo stesso complesso ospedaliero di Cisanello, di strada da fare ne resterà molta. Perché la decisione presa alla zitta dal “governo dei migliori” con un Dpcm del 14 gennaio scorso, su indicazione del piddino Lorenzo Guerini titolare della Difesa, è ammesso alle procedure semplificate previste per le opere di difesa nazionale. Ed è già da tempo in Gazzetta Ufficiale.
Il consigliere comunale di Diritti in Comune Francesco Auletta, che con le realtà dell’associazionismo ambientalista sta preparando per martedì prossimo una assemblea che si annuncia infuocata al circolo Arci di Coltano, non crede alla conversione di Lega e Pd: “Tutti i partiti di governo e le amministrazioni territoriali erano a conoscenza del progetto da quasi un anno”.
A riprova, il presidente del parco Lorenzo Bani conferma di essere stato informato dell’esistenza di un progetto all’inizio del 2021. “Fummo chiamati a esprimere un parere tecnico al Comipar, l’ente chiamato a decidere sugli interventi infrastrutturali militari. Il parere, nettamente negativo, era basato su una decina di parametri stringenti fra cui vincoli paesaggistici, ambientali e di consumo del suolo. Al momento di dover presentare la relazione, la questione era già stata misteriosamente eliminata dall’ordine del giorno. Poi mesi dopo i due corpi militari mi cercarono, per chiedermi lumi su cosa si sarebbe potuto fare nell’ex centro radar in disuso da anni all’interno del parco. Ma non si parlava certo di un simile progetto, che è un indecenza”.
I corpi militari di cui parla Bani sono soprattutto il Primo reggimento Carabinieri paracadutisti Tuscania, e il centro cinofili di Pisa. Che dovrebbero diventare i titolari di 70 ettari con decine di stabili ad uso militare e zone all’aperto funzionali all’addestramento dei reparti, un eliporto, poligoni di tiro, una torre di ardimento, una pista per l’addestramento alla guida veloce, parcheggi, un campo sportivo con piscina e molto altro ancora”.
Ciliegina avvelenata sulla torta acida, tutto quanto sarà finanziato con i fondi del Pnrr. Ancora Auletta: “Le risorse destinate ad un piano che sulla carta ‘si propone di ricostruire un tessuto economico e sociale, coniugando e incentivando le opportunità connesse alla transizione ecologica’, non si investono per tutelare e potenziare le riserve naturali, ma per cementificarle e riempirle di attrezzature belliche. Ecco la transizione ecologica del Pd e della Lega”.
Le deputate Yana Ehm e Simona Suriano, di ManifestA, hanno depositato un’interrogazione parlamentare al governo. Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana ha fatto lo stesso: “Già il fatto di utilizzare i fondi del Pnrr per una nuova base militare è sbagliato. Se poi questa base va a intaccare pesantemente un parco, distruggendo almeno 70 ettari, siamo ben oltre ogni possibile immaginazione”. Si sono fatti sentire Verdi e Sce di Pisa, così come la Cgil: “Tutto avviene anche in spregio alle recenti modifiche della Carta costituzionale – osserva una sconcertata Camera del Lavoro – introdotte lo scorso febbraio agli articoli 9 e 41, specificando la tutela dell’ambiente come principio fondamentale da salvaguardare”.
RICCARDO CHIARI
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