Piccoli (si fa per dire) segnali: il Capo dello Stato lecitamente muove rilievi e critiche alla manovra economica del governo, che espone il Paese all’aumento del debito (che si riverserà in tempi lunghi sulle generazioni a venire), ed ecco pronto il commento del ministro dell’Interno: “Il Presidente della Repubblica dovrebbe essere eletto dai cittadini. Dell’Europa me ne frego”.
Presidenzialismo, dunque. Un altro passo verso una trasformazione autoritaria della Repubblica: da parlamentare a presidenziale.
E tutto perché il Capo dello Stato ha osato muovere qualche critica ad una manovra economica che, proprio perché viene chiamata “del popolo”, è l’esatto contrario. Un po’ come quando la “libertà” veniva inclusa nei “poli” e, così tanto polarizzata, finiva per essere annichilita in mezzo agli interessi dei grandi capitalisti e sembrare niente più che un attributo ad una parte politica che ha contribuito a creare il clima di totale sfiducia verso le istituzioni, verso la politica.
E poi, del resto, nel rispolverare l’armamentario della fraseologia di un ventennio infausto, siamo arrivati finalmente anche al “Me ne frego”. Dell’Europa. Ma l’Europa non credo se ne freghi di noi…
(m.s.)
foto tratta da Wikimedia Commons