Caro “manifesto”… sei tu ad essere troppo “mite” nelle valutazioni su questo governo.
Colui che oggi definisci “mite” fino a pochi giorni fa governava con la Lega e approvava ogni atto del ministro dell’Interno, difendendolo a spada tratta anche nei momenti più difficili come il “caso-Russia”.
La mitezza di oggi non definisce per sua natura un programma sociale di un governo. Anzi, può essere una buona maschera dietro cui nascondere future misure antipopolari e antisociali che questo esecutivo prima o poi dovrà prendere.
Caro “manifesto”, per il bene che ti abbiamo sempre voluto e ti vogliamo (e continueremo comunque ad avere) ti diciamo che o sei un “quotidiano comunista” o sei un “quotidiano mite” con un esecutivo liberista dai tratti riformisti ma pur sempre nei punti di demarcazione della compatibilità tra privilegi del mercato e bisogni degli sfruttati…
Sono lontani i tempi delle tesi “Per il comunismo”. Forse molto è cambiato. In peggio. Eppure rileggendo quelle tesi del 9 settembre 1971 pare in molte pagine di leggere l’oggi, di stare nel mezzo di una analisi quotidiana e attualissima.
Avevi visto bene, caro “manifesto”, quando criticavi il riformismo e l’istituzionalismo del PCI e dello PSIUP, pur apprezzandone la grande storia e l’impegno nella difesa della democrazia repubblicana, dei valori della Costituzione.
Non vedere male oggi, non lasciarti fuorviare dall’impero del male da un lato e dalla democrazia liberista dall’altro. Mantieni il tuo spirito critico, mantieniti – se puoi – comunista.
(m.s.)
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