Riaperture, contagi che salgono, contagi che scendono. Indice R0 sotto l’1% qui, sopra l’1% là… Colpa del governo, colpa dei padroni, colpa dei vacanzieri che hanno le seconde case. Colpe, indici puntati, accuse, difese…
Maledirei prima i grandi industriali che non possono rinunciare nemmeno a due mesi di profitti (con tutti quelli accumulati in questi decenni… a scapito anche delle risorse pubbliche) e finanziare insieme al governo la sostenibilità di vita della forza lavoro che sfruttano (dei “loro” lavoratori).
Poi se volete, possiamo maledire anche il grande commercio che, parimenti, dipendendo come filiera dalle grandi produzioni, pretende di rimanere aperto anche laddove la curva dei contagi aumenta…
Infine, se proprio volete, malediciamo pure anche i commercianti, i “bottegai” si sarebbe detto un tempo. Ma sono gli ultimi della catena. Non ho alcuna simpatia per molti di loro che si dimostrano veri e propri strozzini e accaparratori in questi giorni: dai prodotti farmaceutici fino a quelli genericamente igienizzanti che avremmo comperato anche al di fuori dell’emergenza sanitaria in atto.
Esistono, però, anche molti commercianti onesti, molti che pagano le tasse a differenza di alcuni che le evadono sistematicamente, pagano multe di decine di migliaia di euro e poi hanno fior di suv, ville e magari pagano quattro soldi i loro dipendenti.
Per questi ultimi della catena, naturalmente, ho preoccupazione: per i lavoratori che non hanno alcun risparmio da parte, che devono mantenere magari una famiglia, che pagano forse un mutuo o un affitto, che a stento mettono la benzina nello scooter o nella macchina magari proprio per andare al lavoro.
Ecco, per loro, per questi moderni proletari, rider compresi (si intende), ho preoccupazione. Per gli altri vale il cosiddetto “rischio di impresa“…
(m.s.)
Foto di fernando zhiminaicela da Pixabay