Un esperimento sociale. «Guardate quant’è brutto questo bambino. Girati, non voglio guardarti in faccia». Succede in una scuola elementare di Monte Corvino, a Foligno. Il protagonista è un bambino nero che, davanti al resto della sua classe, è stato messo in punizione dal maestro con la faccia verso la finestra, le spalle rivolte verso la cattedra e i suoi compagni.
«Ma che brutto che è questo bambino nero. Guardate, non sembra brutto anche a voi?», così avrebbe detto il maestro secondo le testimonianze degli altri bambini che, tornati a casa, hanno raccontato l’episodio ai genitori. Che si sono allarmati non poco. Qualcuno ha scritto su Facebook un post sulla vicenda (poi cancellato) e il caso è esploso. Dalla scuola arrivano grandi silenzi, ma anche conferme e, se non rivendicazioni del gesto, almeno giustificazioni: il maestro – un precario con contratto annuale – sostiene la tesi dell’esperimento sociale e ha tirato in ballo delle ricerche fatte su internet.
Voleva mostrare ai bambini gli effetti della discriminazione e così in un’altra classe ha giocato lo stesso brutto tiro alla sorella del bambino africano messo in punizione: anche lei con la faccia al muro, anche lei umiliata davanti a tutti gli altri, anche lei cavia di un esperimento sociale. Sembra la versione italiana di un film tedesco di qualche anno fa, «L’Onda» di Dennis Gansel, in cui un insegnante si divertiva a ricreare una società totalitaria simulando le dinamiche sociali del Terzo Reich tra i suoi studenti. L’utopia pedagogica ci mette poco però a diventare una distopia da incubo e la storia va a finire malissimo perché qualcuno che non vede la provocazione e finisce con il credere a tutto quanto c’è sempre.
Tornando alla realtà di Foligno, viene da chiedersi quanto i bambini abbiano capito di quello che è successo e delle (presunte) intenzioni del loro maestro. Le mamme e i papà della scuola, comunque, hanno reagito e si sono rivolti a un avvocato. La dirigente non si espone, e rimanda tutto a non meglio precisati approfondimenti in corso da parte dell’ufficio scolastico regionale, sollecitato dal ministero dell’Istruzione, che ha richiesto una relazione sulla vicenda.
C’è un procedimento amministrativo in corso, e quando l’avvocato chiamato in causa dai genitori scriverà l’esposto per il tribunale, arriverà anche un risvolto penale. Il maestro, intanto, è ancora al suo posto, a fare lezione ai bambini di Foligno. Il ministro dell’Istruzione Massimo Bussetti su Twitter ha annunciato provvedimenti e parlato di «fatto gravissimo da condannare», mentre il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni porterà il caso in parlamento. «Interrogo subito il governo, perché su una vicenda del genere è sempre bene vederci chiaro, fino in fondo – spiega –. Se fosse vero, l’insegnante andrebbe immediatamente sospeso. Un’ultima amara considerazione: fino a qualche tempo fa, una cosa del genere non sarebbe nemmeno stata immaginabile. Oggi è tutto sdoganato, è tutto possibile». Loredana De Petris (Leu) ha parlato senza mezzi termini di «gravissimo e abominevole episodio di razzismo avvenuto in una scuola primaria».
Nei prossimi giorni gli ispettori avranno il compito di fare piena luce sulla vicenda, poi si deciderà se e quali provvedimenti prendere nei confronti di un insegnante che, quantomeno, si è lasciato prendere la mano dai suoi esperimenti educativi.
MARIO DI VITO
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