Le imprese non sono il pilastro del Paese, perché sono private e producono profitti a scapito di milioni e milioni di lavoratori sfruttati.
Gli imprenditori non sono produttori della ricchezza nazionale direttamente: assolvono solo al ruolo antisociale che devono avere nel sistema delle merci, nel capitalismo.
Tutto rientra perfettamente negli incastri di un puzzle chiarissimo: un governo liberista che approva norme in favore del rafforzamento dell’impresa privata; una Confindustria sempre più aggressiva che ora esige anche 3,4 miliardi di euro dallo Stato per le accise sull’energia “impropriamente trattenute“:
Nei venticinque anni che cita Bonomi, i suoi simili, i padroni, hanno fatto tutto e il contrario di tutto: hanno imposto le loro esigenze di classe sempre.
Lo hanno fatto con i governi tecnici di Monti, con Letta, con Renzi e poi con il Conte I.
Lo stanno facendo anche ora, proprio mentre l’epidemia – e non la psuedo “sinistra” che sta in maggioranza – piega l’esecutivo a decisioni di compromesso tra bisogni popolari e pubblici e privilegi imprenditoriali.
Non s’ha da fare! Bonomi deve prevalere anche sul Covid-19 e averla vinta anche questa volta davanti a politiche di pallidissimo riformismo (non) sociale.
Sfrontati come i loro profitti. Sfacciati come le richieste di finanziamenti pubblici per “salvare i lavoratori” quando sbagliano le strategie di mercato e investono malamente. Facendo sempre pagare il conto ai più deboli, ai moderni sfruttati.
Non ci si può aspettare che il governo risponda picche a Bonomi. Ma per Confindustria non è mai abbastanza, perché in fondo di masse di disperati da sfruttare sa, soprattutto in questo periodo, di trovarne a bizzeffe…
(m.s.)
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