L’anomalia rappresentata dalla “piattaforma Rousseau” non sta nell’essere uno strumento di consultazione degli iscritti al Movimento 5 Stelle. Ogni forza politica (e non solo politica) ha i suoi organismi deliberativi, consultivi e giudicanti.
L’anomalia sta nell’aver promosso questa piattaforma a strumento di condizionamento del processo di formazione di un governo.
Se la consultazione fosse stata fatta non oggi, bensì prima dell’assegnazione dell’incarico di formare il governo dato dal Presidente della Repubblica al professor Conte, nessuno avrebbe eccepito alcunché in merito.
Ma tempi e modi lasciano alquanto perplessi e costringono ad essere profondamente critici nei confronti di un sistema di presunta “democrazia diretta” che dovrebbe quindi influenzare la “democrazia rappresentativa“.
Ciò è, a quanto è dato vedere, non meno grave degli attacchi che per un anno questo Paese ha dovuto subire in materia di diritti umani e civili (nonché sociali) da parte di un governo, e segnatamente di un ministro quasi dominus dell’esecutivo.
I pericoli per la stabilità della democrazia repubblicana non provengono solamente da chi urla più forte ma anche da chi in silenzio e circospezione introduce modifiche al dettame costituzionale senza colpo ferire, esibendo tutto ciò come un normale, consueto e persino banale atto di grande sollecitudine democratica.
Che la democrazia costituzionale si guardi dalla democrazia pentastellata… verrebbe da dire “PD avvisato, PD mezzo salvato“, ma poi la memoria va al dicembre 2016 e in fondo c’è poco da avvisare…
(m.s.)
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