“Odio di classe….” è un continuo citare nei social e non solo, brani di un grande poeta e compagno Edoardo Sanguineti. Poco conosciuto in vita ma ora, pur di affermare tesi insostenibili che fanno il verso a quelle su Marx ed il suo “esercito di riserva” per posizionarsi su posizioni filo-leghiste, si usano a sproposito per sostenere campagne pseudo-politiche inerenti la vita e malattia privata di un capitalista. Arrivando fino a “compiacersene”.
Ma chi era Sanguineti? Scrittore e poeta, deputato dell’allora PCI dal 1979 al 1983, ha animato gruppi culturali come il gruppo dei 63, riviste culturali… “In cinquant’anni molte cose sono profondamente cambiate, la poesia è cambiata, ma non è cambiato il compito dei poeti, quello di disegnare il profilo ideologico di un’epoca. L’ideologia non è una professione di fede, è una visione del mondo che, con il mondo, quindi cambia. Prendiamo ad esempio il concetto di bello: il suo valore è tra i più instabili della storia dell’umanità.” Condensare la sua poesia ribelle o meglio “sovversiva” come amava definirla, non è facile tra inni all’amore e alle donne: “[….]Perché la donna non è cielo, è terracarne di terra che non vuole guerra: è questa terra, che io fui seminato, vita ho vissuto che dentro ho piantato, qui cerco il caldo che il cuore ci sente, la lunga notte che divento niente. Femmina penso, se penso l’umano la mia compagna, ti prendo per mano.”
A 76 anni fu candidato a Sindaco a Genova per l’allora Forum delle Sinistre. E lì che pronunciò le famose parole oggi così abusate: “Bisogna restaurare l’odio di classe. Bisogna promuovere la coscienza del proletariato: i padroni ci odiano e non lo nascondono, noi dobbiamo aiutare i proletari ad avere coscienza della propria classe”.
Frase copiata e incollata, omettendo di scrivere cosa disse subito dopo: «Le condizioni di vita di un conducente di autobus genovese dipendono dalle oscillazioni della Borsa di Hong Kong. Oggi la merce-uomo è la più svenduta, nostro dovere è raccogliere la bandiera e difendere il proletariato. Naturalmente non penso alle armi, com’ è noto sono assolutamente contrario alla violenza. Parlo di odio di classe a ragion veduta: i proletari devono odiare i loro padroni come i padroni odiano loro».
In tempo di barbarie, rileggere i versi sovversivi di Edoardo Sanguineti, è aria pura, purché la si smetta di usarlo come una clava. Per quello ci sono altri, a destra, che lo fanno con quotidiana efferatezza… Ma noi, come scrisse un altro grande poeta, Franco Fortini, ne la sua “internazionale”, “siamo un’altra umanità…”.
SIMONE CUMBO
28 luglio 2018
foto tratta da Wikipedia