All’inizio dell’anno la giornalista Loretta Napoleoni pubblicava Mercanti di uomini. Il traffico di ostaggi e migranti che finanzia il jihadismo, un libro che dimostra come l’alleanza tra jihadismo, criminalità organizzata e contrabbando sia diventata una rete finanziaria molto redditizia grazie al traffico di migranti in Stati caotici come la Libia. E denunciava che: “Se l’Unione Europea continuerà a delegare le sue frontiere a paesi falliti, le conseguenze saranno la schiavitù e la fine dell’Europa”. “La vendita di persone nere è diventata così normale in Libia che i migranti dell’Africa Occidentale sono comprati e venduti in mercati di schiavi alla luce del sole”.
L’11 aprile scorso anche l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) denunciava in un comunicato l’esistenza di compravendita di migranti neri in Libia, aggiungendo che: “Queste persone sono diventate merce da vendere o comprare, e messe da parte quando perdono valore”.
Le reti sociali da tempo si stavano interessando a questo fenomeno. L’8 maggio scorso, dopo la denuncia dell’OIM, Fatou Bensouda, giudice della Corte Penale Internazionale (CPI), ha informato il Consiglio di sicurezza dell’ONU che il suo ufficio stava considerando la possibilità di aprire una inchiesta sui delitti denunciati in Libia, tra cui quello di traffico umano, una volta soddisfatti i requisiti in materia di giurisdizione della CPI. Ma la possibilità di investigare “ una volta soddisfatti i requisiti in materia di giurisdizione” suona male quando si tratta di un paese, come la Libia, impantanato nell’anarchia.
Monica Chirac, incaricata della comunicazione per i cinque centri di transito migratorio dell’OIM in Niger – Agadez, Dikou, Arlit, e due nella capitale Niamey – in una recente intervista rilasciata a CTXT ha dichiarto: “Da tempo diversi migranti ci raccontavano di essere stati venduti in Libia ma, in questi ultimi mesi, le testimonianza sono considerevolmente aumentate. I migranti raccontano di violenti abusi, percosse, stupri, torture” e aggiunge che “molti migranti con cui abbiamo parlato denuncia di essere trattati come animali. Alcuni sono stati cosparsi di benzina e dati alle fiamme, ad altri hanno sparato e ancora altri lasciati morire di fame. Chi sopravvive e riesce a pagare un riscatto o a scappare, sono destinati a vivere con profondi traumi psicologici e fisici”.
In Libia, dal deserto alla costa mediterranea, commerciano in esseri umani organizzazioni criminali, gruppi armati e diverse reti di contrabbandieri che estorcono denaro ai migranti che vogliono attraversare territorio libico per arrivare in Europa. Le testimonianze raccolte in questi ultimi mesi dall’OIM in Niger confermano che si vendono migranti come schiavi nelle piazze o in garage in molte città. Ogni migrante può valere tra i 180 e 450 euro.
…continua a leggere su Popoffquotidiano…
JORGE RAGNA
traduzione di Marina Zenobio
foto tratta da Pixabay