Legittima difesa: il rischio del “rovesciamento etico”

Le osservazioni seguenti di Franco Astengo sono, ancora una volta, più che pertinenti e riguardano un problema di definizione dell’ambito veramente etico di una nazione intera, quindi di un...

Le osservazioni seguenti di Franco Astengo sono, ancora una volta, più che pertinenti e riguardano un problema di definizione dell’ambito veramente etico di una nazione intera, quindi di un popolo: perché dovremmo saperlo se non tutti, almeno in molti, che secondo il diritto costituzionale a determinare la sovranità di uno Stato sono proprio i poteri che esso esprime secondo una configurazione che si basa sul diritto di un popolo in un determinato territorio, sulla capacità di battere moneta (e qui il discorso sarebbe molto lungo oggi…) e sulla “forza” che si distingue in “armata” quando si parla dell’esercito, della polizia, degli organi preposti al cosiddetto “mantenimento dell’ordine pubblico”.

Lo Stato, dunque, è e rimane comunque un agglomerato di poteri che comandano su un popolo, pur avendo secondo la nostra Costituzione il popolo stesso una sovranità che si esprime “nei limiti” della medesima.

La “forza” dunque è un elemento chiave: scriveva un costituzionalista come Giuseppe Ugo Rescigno che “…lo stato ha il monopolio della forza…” entro il suo territorio di competenza. Il “monopolio” della forza presuppone il bilanciamento che ne viene riguardo un altro monopolio: quello della “giustizia”.

Può lo Stato spartire questo monopolio con i cittadini singolarmente intesi e quindi abdicare al suo ruolo di gestore della forza e della giustizia insieme? Può permettere che esistano più livelli di forza e più livelli di giustizia?

Certo che no, altrimenti verrebbe ridimensionato il suo ruolo di amministratore impersonale della vita del popolo stesso e la società diventerebbe un insieme di singole interpretazioni morali sulla giustizia che differenzierebbero a seconda dei casi: una particolarizzazione inconcepibili in uno “Stato di diritto”.

Ma per l’appunto, oggi, ciò che anche Franco Astengo riprende è il mantenimento o meno del “diritto” nello Stato. Il rischio è grande e si deve indagare sul piano etico, del diritto ed anche della stretta attualità di fatti che finiscono per condizionare certe teorie giuridiche nuove che si vorrebbero introdurre e che Astengo di seguito descrive molto bene in una sintesi che lasciamo alla lettrice ed al lettore per una opportuna riflessione.

MARCO SFERINI

24 febbraio 2019


Non può non preoccupare la concezione della giustizia che emerge dalle dichiarazioni rilasciate dal segretario della Lega e Ministro dell’Interno dopo aver visitato in carcere un detenuto condannato in via definitiva, dopo i tre gradi di giudizio, per tentato omicidio dopo aver sparato a un ladro che aveva provato a rubargli del gasolio.

Oggi è in discussione al Parlamento una legge che introduce automatismi all’articolo 52 del codice penale sulla difesa legittima e sull’articolo 55 sull’eccesso colposo.

In pratica si cerca di far prevalere costituzionalmente il diritto di proprietà rispetto a quello riguardante la vita umana, un tema di enorme delicatezza anche perché presenta risvolti molto particolari.

Ad esempio in casi di proteste sindacali con occupazione di proprietà: in quel caso ci sarebbe l’autorizzazione a sparare per difendere – appunto – la proprietà, magari anche da parte di terzi delegati o chiamati a sorvegliarla?

Insomma: la polizia sarebbe autorizzata a sparare su eventuali pacifici occupanti di una qualche azienda che protestano per serrate e/o licenziamenti che magari cercano di utilizzare i macchinari per mandare avanti la produzione?

Il pericolo che si determina, in questo modo, è certamente quello di uno stravolgimento dell’ordinamento giudiziario ma soprattutto di un “rovesciamento etico”: quanto di più significativo come testimonianza dell’“arretramento storico” che si sta verificando non tanto sul piano politico ma su quello – molto più complicato – della convivenza civile e dell’idea stessa di “difesa della proprietà” considerata ormai come un fortino assediato da difendere a colpi di pistola “fai da te”.

FRANCO ASTENGO

24 febbraio 2019

foto tratta da Pixabay

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