Un interessante sondaggio sul sito Internet di un grande quotidiano nazionale chiede a lettrici e lettori quali siano i temi prioritari per una rinascita della sinistra in Italia. E’ una domanda fatta di scelte multiple: si va dalla lotta alla disoccupazione alla lotta alla precarietà, da una generica “lotta alla povertà” all’equità fiscale, dall’accoglienza dei migranti alle politiche sulla sicurezza, dall’estensione dei diritti civili ad un’altra opzione molto generica, il “sostegno ai giovani”, terminando con un sostegno alla parità di genere, all’integrazione europea e, dulcis in fundo, agli investimenti in formazione e ricerca.
Non c’è che dire, è un bell’elenco di punti che potrebbero certamente essere inseriti nel programma politico e sociale di una formazione di sinistra tanto moderata quanto di alternativa (il termine “radicale” rende molto male il carattere di un soggetto politico che si differenzia dal moderatismo: i radicali in questo Paese sono sempre stati molto poco “radicali” e molto moderati dunque…) e quindi vanno studiati se si vuole rispondere al sondaggio con un criterio serio, senza improvvisare.
Volendo, dunque, provare a rispondere compiutamente alla domanda e fornire così un insieme di temi che abbiano un carattere di “priorità” rispetto ad altri, occorre tenere conto anzitutto che nessun punto di quelli esposti è trascurabile: difficile poter attribuire etichette di secondarietà ad esempio al lavoro, alla povertà anche genericamente intesa oppure all’estensione dei diritti civili.
Già in molti hanno tentato di fare delle classifiche di importanza sui diritti, piccandosi magari da marxisti veri e puri di essere tali nel privilegiare l’aspetto sociale rispetto a quello civile di una persona: vedendo prima nell’essere umano un lavoratore piuttosto che un cittadino.
Ma la complessa avanzata ed estensione dei diritti o procede di comune accordo oppure rischia di essere una strumentalizzazione di determinate lotte a scapito di altre, favorendo apparentemente un aumento delle tutele sociali per arrivare a quelle civili in un secondo tempo.
Ma un lavoratore, un disoccupato, un precario, quindi un non-padrone, un non detentore della proprietà privata dei mezzi di produzione, è prima di tutto un uomo o una donna e, in quanto tale, non può vivere con un salario dignitoso ma senza diritti civili. E, al contempo non può esprimere la pienezza dei suoi sentimenti e delle sue legittime ambizioni intellettuali e culturali se non ha la possibilità di gestirle in questo sistema dove è necessaria la mediazione del denaro per poter accedere a tutto ciò.
Non si tratta quindi di fare una scaletta di priorità, ma di raggruppare invece i temi proposti nel sondaggio e di farne grandi settori di indagine e di sviluppo di tesi che possano evitare qualunque esclusione, individuando macroaree di intervento con sottoaree che percorrano la stessa strada delle loro genitrici maggiori.
Sostegno ai giovani e diritto al lavoro, così come lotta alla precarietà e sostegno a ricerca e cultura sono ambiti differenti ma collegati tra loro molto più strettamente di quanto si possa immaginare.
Così anche la lotta alla povertà, molto generica come affermazione, può essere simbiotizzata alla questione generale sulla sicurezza che cresce tanto quanto cresce l’insicurezza sociale. Odio, discriminazione, razzismo e xenofobia non sono fenomeni attribuibili soltanto ad una tendenza culturale ma, di più, sono fenomeni crescenti proprio nel ventre molle della disperazione del proletariato moderno, del disagio sociale più profondo puramente economico, quindi dell’impossibilità sempre più ampia di poter sbarcare il lunario.
Ciò non significa che il sondaggio sia posto male: l’ho definito interessante proprio perché mette tutti davanti a temi che devono essere della sinistra di alternativa e che possono anche essere oggetto di espressione programmatica di quella moderata che oggi vuole allontanarsi dal PD e domani pensa di poter condizionarne il percorso politico, nonostante l’onnipresenza renziana legittimata dalle primarie per l’elezione del segretario.
Mettere al primo posto il lavoro, dunque? Indubbiamente. Ma mettere a pari merito anche l’emergenza della povertà crescente che include le tematiche della riduzione del lavoro a moderno schiavismo di masse di giovani senza futuro o a chimera indescrivibile, invisibile e impalpabile. Utopie da rigettare per dare concretezza ad un programma di vera alternativa fondato tanto sulla socialità quanto sul civismo.
Quindi, al sondaggio possiamo rispondere ognuno secondo punti di vista personali che ci fanno preferire un argomento piuttosto che un altro, soprattutto se siamo toccati in prima persona da determinate tematiche elencate.
Ma nessuna particolarità personale potrà mai espellere dall’agenda programmatica della nuova sinistra di alternativa che deve nascere il problema centrale dei nostri tempi, un problema antico e moderno al tempo stesso: il superamento del capitalismo. In base a questa elementarissima conclusione come elemento di ridefinizione dei rapporti sociali e civili tra i popoli del mondo, la risposta più semplice al sondaggio è: le nostre priorità sono tutte le risposte. Nessuna esclusa.
MARCO SFERINI
1° luglio 2017
foto tratta da Pixabay