L’umanità di un giornalista che, in diretta, piange per la sorte dei bambini siriani non trasforma i suoi colleghi che non versano lacrime in freddi e cinici cronisti.
Però, a volte, rompere il muro dell’apparenza e mostrare dei sentimenti dentro al video, davanti ad una telecamera, rompendo il rigido cerimoniale catodico dell’imperturbabile inviato di guerra, fa bene a chi guarda un orrore sempre filtrato da parole di circostanza, da commenti privi di critica e di controtendenza.
Le lacrime del giornalista Milad Fadel sono la vera informazione che oggi ci racconta il dramma della guerra civile, dell’orrore dello Stato islamico, della non-vita che si vive da Raqqa ad Aleppo a Mosul…
(m.s.)
foto tratta da Pixabay
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