Le destre. Queste destre, nere, verdi, arancioni, azzurre.
Le destre classiche e quelle derivano dal secessionismo, dalla proclamazione della repubblica federale padana in quel di Venezia a quelle del fascismo del nuovo millennio.
Le destre italiane, quelle liberali ormai eclissatesi anche per vergogna ma, soprattutto, per essere state surclassate dalla prepotenza linguistica, dall’esibizione muscolare dei toni, dalla banalità dei più vuoti luoghi comuni.
Le destre di un Paese sempre più povero a causa delle presunte sinistre e dei centro-sinistra che si sono alternati nel governare la deriva liberista dell’economia: privatizzazioni di tutti i settori pubblici, fondamentali per la continuità dello stato-sociale.
Le destre che si permettono tutto ormai, anche di scendere in piazza il 2 giugno, la festa di una Repubblica antifascista che vorrebbero strumentalizzare e far passare alla stregua del 4 novembre.
Le destre così ligie al dovere! Così rispettose delle leggi! Così pronte a rimbrottare chiunque devii dalla norma, fuoriesca dal sentiero tracciato dal diritto, sempre e comunque, senza alcun se e senza alcun ma.
Le destre, queste patetiche forze politiche fatte di trasformismo all’infinito, all’ennesima potenza, di cambi di casacca, giacca o felpa che dir si voglia, che oggi infrangono le più elementari norme per la tutela della salute pubblica.
Le destre. Questo prodotto di scarto dell’apparato intestinale che, comunque sia, finisce sempre nelle fogne.
(m.s.)