L’apprendimento culturale e, di conseguenza, quello civile e civico è ormai inversamente proporzionale all’aumentare degli strumenti di comunicazione e di interazione. Come si spiega?
Col fatto che il primo apprendimento non arriva da una approsimativa acquisizione del sapere tramite i social network o i semplici titoli scandalistici di certi giornali (non solo di piccoli rotocalchi di chiacchiericcio spicciolo), ma arriva semmai da un costante studio di tutte le discipline che portano a sviluppare una coscienza. Se poi questa sia critica o meno dipende dal tipo di cultura che si introita e che si rovescia nel quotidiano.
E’ anche per questo motivo che la disaffezione non tanto verso la sinistra ma verso il più vasto mondo della rappresentanza politica è cresciuta a dismisura in questi decenni.
Ci sono sicuramente delle forze politiche, anche a sinistra, che non danno fiducia.
Ma ci sono anche tante elettrici e tanti elettori che non comprendono il valore della delega e che abbandonano il diritto di voto al suo destino, pensado così di esercitare una protesta legittima.
E’ una protesta impolitica, puerile e per niente legittima. Certo, la si può esercitare liberamente, ma è illeggittima in quanto non spinge l’andare delle cose verso un miglioramento, ma esercita un fascino sottile sulle pulsioni populiste e fa crescere insicurezza, odio, paura e annichilisce ogni empatia verso le istituzioni e verso la comunità in cui viviamo.
Quindi andate a votare in Emilia Romagna e in Calabria e votate per le uniche liste che sono palesemente di sinistra: L’Altra Emilia Romagna e L’Altra Calabria.
Chi non vota e poi alza al cielo un lamento continuo è come chi critica i partiti o la società ma non fa nulla per impegnarsi nel contribuire a cambiare il tutto da dentro.
Facile stare fuori e criticare candidamente dicendo: “Ma io non ne faccio parte”. Facile. Puerile, improduttivo, impolitico. Anticivico.
MARCO SFERINI
redazionale
foto tratta da Altraemilia.com