Attacchi e attacchi: da Parigi a Londra e viceversa. Giorno dopo giorno. L’odio nasce dalla paura e la paura nasce dalla mancata conoscenza di complessi fenomeni umani che si intrecciano ogni giorno intrisi di interessi economici, politici e con finalità anche religiose come specchietto per le allodole di altri continenti che vogliono mettere le mani su grandi giacimenti di petrolio, culle dell’arte e grandi gasdotti.
La morte arriva soltanto per gli spettatori di un grande e terribile mondo (come lo avrebbe descritto Gramsci) dove i registi sono sempre gli stessi. Architetti del pregiudizio e del razzismo, del sospetto, dell’essere guardinghi e dell’individuazione del pericolo nel simile a noi: in chi è in stato di sopravvivenza come noi.
Per questo occorre cambiare punto di vista: sociale, politico, economico. Le democrazie d’un tempo stanno crollando sotto il peso di una genericità che è fascistizzazione delle opinioni, indistinguibilità delle idee e quindi anche dei fatti e sui fatti da comprendere.
Si preferiscono i colori intermedi e non le tinte chiaramente identificabili come tali. E’ la solita tiritera della “morte delle ideologie” e del trionfo del mercato, del capitalismo, della sua forma moderna di imperialismo.
Il gioco è semplice da capire. Ma la volontà per accingersi alla comprensione la si recupera soltanto se si abbandona la rassegnazione.
(m.s.)
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