Il capo dei mercenari della Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha dichiarato guerra ai vertici militari russi dopo averli accusati di aver bombardato gli accampamenti dei suoi uomini, causando “un enorme numero di morti” e ha annunciato una “marcia della giustizia”, e “non un colpo di stato”, verso Rostov e Mosca. Al momento l’obiettivo, più che Mosca, è prendere il controllo dei due centri di comando russi più importanti: Rostov a sud, che sarebbe già in mano alla Wagner, e Belgorod, a meno di ottanta chilometri da Kharkiv.
Nella notte a Mosca sono stati schierati i carrarmati per difendere la città da un eventuale attacco delle truppe di Prigozhin. Stando a quanto riportato da Prigozhin, sarebbero 25mila i soldati dalla sua parte. In risposta, il comitato nazionale antiterrorismo ha aperto un procedimento penale contro il capo di Wagner “per invito alla ribellione armata”, intimando il leader dei mercenari a “interrompere le azioni illegali”.
Nella mattinata è quindi arrivata la posizione ufficiale di Vladimir Putin in un discorso alla nazione in diretta tv: “Difenderemo il nostro popolo e il nostro Stato da qualsiasi tradimento” ha detto il presidente russo. “Adesso si decide il destino del nostro popolo. Le persone che adesso combattono sul fronte hanno ricevuto una pugnalata alle spalle”, per questo “tutti coloro che hanno scelto la via del tradimento saranno puniti e saranno ritenuti responsabili. Le forze armate hanno ricevuto gli ordini necessari”.
Putin cita nel suo discorso il 1917: “Questo colpo è stato dato al popolo russo anche quando combatteva la Prima guerra mondiale, quando la vittoria gli è stata praticamente rubata. La guerra civile, i russi uccidevano altri russi, i fratelli uccidevano altri fratelli. I vari avventurieri politici hanno tratto vantaggio da questa situazione. Noi non permetteremo la ripetizione di una situazione del genere”.
Quindi, l’attacco diretto a Yevgeny Prigozhin – accusato di aver “tradito la Russia per ambizione personale” – e l’appello ai militari che hanno deciso di schierarsi dalla parte del capo della Wagner: “Chiedo ancora di non commettere questo errore gravissimo, di fare la scelta giusta, di smettere la partecipazione a queste azioni criminali”.
A San Pietroburgo intanto le autorità russe hanno fatto irruzione negli uffici della Wagner e hanno preso il controllo del quartier generale in applicazione delle misure antiterrorismo emanate da Putin in risposta al “tradimento”, come lo ha definito il presidente, di Yevgeny Prigozhin.
I combattenti del Gruppo Wagner avrebbero intanto preso il controllo di alcune strutture militari nella città di Voronezh, che si trova a circa 500 km a sud di Mosca. Lo riferisce al sito della Reuters una fonte della sicurezza russa. La notizia però è smentita dal governatore della regione, Alexander Gusev, che su Telegram avverte la cittadinanza: “Sui social network vengono pubblicate molte informazioni inesatte sull’avanzamento di convogli di equipaggiamenti militari attraverso la regione di Voronezh”.
Quindi, avverte: “La legge della Federazione Russa prevede punizioni per la diffusione di tali messaggi”. Infine, l’invito ai cittadini: “Sono certo che non cederanno alle provocazioni informative di chi è interessato a destabilizzare la situazione nel Paese e nella regione”.
LE REAZIONI – “Quanto sta accadendo in Russia è solo l’inizio”. Su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, interviene così in riferimento ai mercenari della Wagner entrati in territorio russo, 16 mesi dopo l’invasione dell’Ucraina da parte del Cremlino. “La divisione tra le élite è troppo evidente. Accettare e fingere che tutto sarà sistemato non funzionerà”.
Dall’altra parte, mentre Putin ha avuto un colloquio telefonico con l’alleato bielorusso, Alexander Lukashenko per informarlo della “situazione in Russia”, il comandante ceceno Ramzan Kadyrov si è detto pronto a collaborare con Mosca contro quello che definisce “un vile tradimento”, un “ammutinamento” che deve essere “schiacciato”.
Mikhail Khodorkovsky, dissidente russo anti-Cremlino, ha invece esortato i russi a sostenere il capo della milizia Wagner, Yevgeny Prigozhin. Lo riporta la Bbc. “Dobbiamo aiutare ora e poi, se necessario, combatteremo anche questo”, riferisce Khodorkovsky, un tempo l’oligarca più ricco della Russia, che ha poi trascorso 10 anni nelle prigioni russe prima di riparare a Londra. Per il dissidente, è importante sostenere “anche il diavolo” se decide di affrontare il Cremlino. “E sì, questo è solo l’inizio”, ha concluso.
Forte preoccupazione e grande attenzione all’evolvere della situazione in Russia. Questa la posizione della comunità internazionale. “Si tratta di una questione interna alla Russia. Stiamo monitorando la situazione” ha detto il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, a proposito di quella che viene definita una “crisi tra il gruppo Wagner e il Cremlino”.
Giorgia Meloni, in una nota, ha dichiarato di seguire “con attenzione gli eventi che si stanno svolgendo in Russia e che testimoniano come l’aggressione all’Ucraina provochi instabilità anche all’interno della Federazione Russa” mentre Antonio Tajani, su Twitter, ha comunicato che “il ministero degli Esteri è in contatto con l’Ambasciata d’Italia a Mosca. Al momento nessuna criticità per i connazionali in Russia, i quali sono stati invitati alla prudenza. Per informazioni questo è il numero di emergenza dell’Unità di Crisi 0636225”.
Identiche le posizioni di Berlino, “il governo sta seguendo l’evolversi degli eventi in Russia”, e Parigi, “il presidente Emmanuel Macron segue da vicino la situazione” ma “resta concentrato sul sostegno all’Ucraina”, mentre il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, Adam Hodge, ha spiegato alla Cnn che gli Stati Uniti “si stanno consultando con “alleati e partner in tutto il mondo” sugli sviluppi della situazione.
RED. IL MANIFESTO
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