La Tav al primissimo posto, c’è anche la Gronda a Genova

Decreto Semplificazioni. L'allegato con le l'elenco delle opere del ministero dei Trasporti. Le opere per cui è previsto il commissario straordinario saranno ben 36. Silenti gli esponenti del M5s che in questi anni hanno appoggiato la lotta dei valsusini al progetto

Se per i cugini d’Oltralpe dal neo sindaco di Lione in su la Tav va messa in soffitta, nell’elenco delle opere prioritarie del decreto Semplificazioni è al primissimo posto. L’allegato «Italia veloce» del ministero dei Trasporti svela a pagina 17 – gli scaramantici possono trarre auspici – i 40 «interventi (opere) prioritari». Dopo i «nodi ferroviari», ecco al primo posto la «nuova linea Torino-Lione: tunnel di base ed adeguamento linea storica». Uno schiaffo alle tante battaglie fatte dal M5s al fianco del movimento No Tav. Al quarto posto c’è il «nodo di Genova e Terzo Valico dei Giovi», mentre più nascosto a pagina 22 all’ultimo posto c’è la Gronda di Genova, da sempre avversata dagli ambientalisti.

Nell’elenco dei successivi 66 «programmi di interventi» ci sono poi tante «terze» e «quarte corsie» o doppioni di strade esistenti come la nuova Roma-Latina e anche nelle risorse già assegnate «strade e autostrade» hanno già 45,1 miliardi dei 54,3 di costi mentre le ferrovie solo 60 dei 113,4 con un fabbisogno di risorse ancora da individuare di 53,4 miliardi di binari contro i soli 9,2 mancanti per l’asfalto. Insomma, un piano ben poco «green» e «cura del ferro». Con la «cicca» finale del regalo a Renzi e ai renziani: torna in auge la «nuova pista dell’aeroporto di Firenze» con la spiegazione del pertugio lasciato dai ricorsi amministrativi: «verifica delle strategie di sviluppo dello scalo alla luce della proposizione dell’istanza di compatibilità ambientale in esito alle risultanze del precedente ricorso».

Per il resto il documento, che seppur «allegato» è il cuore del decreto Semplificazioni, contiene anche novità importanti e attese per allungare l’Alta velocità ferroviaria al Sud e investire nuovamente nella rete di quelli che ai tempi di Mauro Moretti venivano chiamati «rami secchi»: la direttrice Adriatica, il raddoppio della Palermo-Messina e Catania-Siracusa, la tanto citata da Conte «Roma-Pescara».

Dovrebbero essere 36 le opere – di cui 15 ferroviarie, 9 stradali e 12 idriche in gran parte in Sardegna: traversa Lago d’Idro (Brescia), diga di Maccheronis (Nuoro), diga di Monti Nieddu (Cagliari), diga di Medau Aingiu (Cagliari), diga di Pietrarossa (Enna-Catania) – per cui sarà nominato un commissario con poteri speciali sul modello Genova, potendo derogare ad appalti e altre norme del Codice che la destra voleva cancellare completamente.

Unita all’attenzione per i porti e al trasporto locale – con «rinnovo materiale rotabile (bus, tram, metro), prolungamento M1, M5 a Milano; tram di Bologna; nuove linee tranviarie Firenze; nuove linee tranviarie Roma e prosecuzione metro C; completamento linee 1, 6 metropolitana Napoli» – l’elenco sembra andare nella giusta direzione per favorire il trasporto pubblico nel post Covid.

La parte più innovativa è però relegata nelle ultime pagine e riguarda la «rinascita urbana» con «edilizia residenziale pubblica e sociale», «recupero e di valorizzazione dei beni culturali», «riqualificazione funzionale di aree già urbanizzate senza consumo di nuovo suolo», «co-finanziati da operatori pubblici o privati, anche del terzo settore, con misure innovative di gestione, inclusione e welfare urbano». Ma si tratta di risorse finanziate dalla scorsa Legge di bilancio con soli 854 milioni rispetto ai 200 miliardi complessivi e i tempi di realizzazione non trarranno effetti dal decreto Semplificazioni.

Rispetto alle anticipazioni comunque il decreto Semplificazioni è stato migliorato. E questo è anche il giudizio dei sindacati. «Aspettiamo di vedere i testi definitivi e salvo intese, ma se sarà confermato il ripristino del Durc (il documento di regolarità contributiva che attesta come le imprese paghino regolarmente i lavoratori, ndr) a luglio, dopo il colpo di mano avvenuto alla Camera, e lo stop ad ogni ulteriore liberalizzazione dei sub appalti, queste saranno buone notizie», commenta Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea Cgil, secondo il quale però rimangono aperti numerosi punti: «Come diciamo da mesi ed ha ribadito l’Anac – prosegue Genovesi – la semplificazione passa per la qualificazione delle stazioni appaltanti, dall’assumere migliaia di tecnici dopo anni di blocco del turnover, dalla qualificazione delle imprese, premiando chi investe in innovazione. La stessa figura del commissario straordinario deve limitarsi a pochissimi casi e deve sempre prevedere obblighi contrattuali chiari e una vigilanza collaborativa dell’Anac. Ci attendiamo quindi presto un confronto col governo per poter contribuire a cantieri veloci, che siano però trasparenti e sicuri. La mobilitazione della categoria non si ferma, vigileremo tutti i passaggi affinché il paese riparta con più giustizia sociale e occupazione di qualità», conclude.

MASSIMO FRANCHI

da il manifesto.it

foto: screenshot

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Politica e società

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