La logica liberal – liberista è sempre quella e non può non essere tale: per incentivare la creazione di posti di lavoro bisogna far pagare sempre meno tasse ai padroni.
Perché la compresenza di tassazione e assunzione al tempo stesso conviventi e presenti è impossibile parlare. Si assume soltanto in presenza di meno balzelli da versare al fisco.
Emmanuel Macron, da buon liberista, per abbassare la disoccupazione francese dell’11 al 7% in cinque anni, promette di agire proprio in questo: detassazione delle imprese e quindi aumento dei posti di lavoro. Ma posti comunque non a contratto continuativo, nazionale. Anzi, si parla, nel suo programma economico, di liberalizzazioni ancora più marcate e di un taglio della spesa sociale (quindi pubblica) di 60 miliardi di euro.
Qualche giornale ha scritto che il “nuovo partito socialista” ha vinto in Francia contro il neofascismo.
E’ vero: se si considera la continuità tra le politiche di Hollande e quelle di Macron, un nuovo partito socialista esiste. Contando pure che ora ha l’appoggio di Manuel Valls.
Il quadro è completo. L’Europa delle banche e Angela Merkel si spellano le mani dagli applausi.
(m.s.)
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