“La Sinistra”. Una federazione che includerebbe una parte di scissionisti dal PD, Civati dato per entrante in Sinistra Italiana, Sinistra Italiana stessa, noi di Rifondazione Comunista, la riedizione del Partito Comunista Italiano e forse i Verdi.
Materiale per creare polemiche e discussioni ce n’è a iosa in questo articoletto del quotidiano online “Affaritaliani.it”.
Leggo e rileggo, aspetto ulteriori precisazioni in merito ma penso di poter dire che una condizione necessaria per una vera federazione delle forze della sinistra è che sia una federazione e non una spugna assorbente.
Come primo test per verificare le reazioni di noi tutte e tutti, l’articolo in questione è una sollecitazione notevole. Ci pone davanti comunque a scenari possibili anche se, francamente, poco credibili nel mescolare così tante e differenti esperienze.
Andiamo verso una stagione di congressi: Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista… Andiamo ad un appuntamento referendario che è uno spartiacque anche per il futuro di una aggregazione politica progressista.
Forme, modi e contenuti sono un enigma difficilmente interpretabile oggi e, quindi, irrisolvibile.
Alcuni pensano di aver intrapreso una via sicura, quella della sinistra vera, unica, del “partito unico”. E’ una formula che, per antonomasia, risulta escludente e non includente. Esclude perché elide le differenze tanto ideologiche quanto tattiche, financo strategiche a volte.
L’unica parola vera, in termini di prospettiva politica, che nell’articolo può e deve trovare riscontro nel prossimo futuro è la forma federativa. Ma le incognite sono molte, troppe: a cominciare dal rapporto con la sinistra presuntamente scissionista del Partito democratico.
Non siamo nel 1992 quando esisteva un partito socialdemocratico (il PDS) e una rifondazione dell’esperienza comunista in Italia ancora unitaria che vi si affiancava insieme ai Verdi, alla Rete di Leoluca Orlando e ai socialisti di Del Turco, perfino ai Cristiano Sociali di Pierre Carniti, per fare una coalizione solo di sinistra: i “Progressisti”.
Siamo in un 2016, quasi 2017, privo di sinistra, privo di domanda di sinistra stessa e, pertanto, la ricostruzione della medesima non può avvenire dall’alto dei gruppi dirigenti ma da un lavoro di ridefinizione di una connessione prima ancora culturale rispetto a quella meramente politica tra alternativa di società, anticapitalismo e il sentire di tutto ciò nella coscienza civile, sociale e democratica singola e collettiva della popolazione.
Dunque, “La Sinistra” è un nome, forse un sasso lanciato per vedere quanti cerchi produce nel mare appena accennato davanti a noi, su un bagnasciuga dove non osiamo mettere piede per evitare di inzupparci le scarpe e rendere ancora più pesante il nostro già difficile cammino.
MARCO SFERINI
redazionale
foto di Marco Sferini