Guardando ieri sera “M come Hitler” su Rai 2, alcune considerazioni sulla domanda del sondaggio: “È possibile il ripetersi di un fenomeno Hitler?“.
Chi pensa che il “fenomeno Hitler” sia irripetibile commette un errore di valutazione antropologico-storico-politico: un triplice errore.
Un errore antropologico nel considerare Hitler qualcosa di alieno al genere umano e quindi ormai archiviandole storicamente come elemento del passato, estraniandolo dal contesto (dis)umano dell’oggi.
Un errore storico perché, pur essendo necessaria la storicizzazione del personaggio, quindi la piena contestualizzazione di Hitler nei tempi in cui ha vissuto, i fenomeni storici sono comunque fenomeni anche umani, un prodotto nostro e, quindi, prescindendo anche dalla storia, beffandosi della Memoria se questa non viene esercitata di continuo, i fenomeni umani negativi possono ripetersi in forme diverse. Così come si ripete la genialità positiva e la solidarietà sociale in molte persone nei secoli, così si ripete anche il contrario.
In terza istanza, la politica è certamente uno dei contesti di formazione dell'”animale politico” – Hitler, ma non avrebbe avuto mai spazio nel contesto politico tedesco se non si fossero create le condizioni antisociali per una domanda dell'”uomo forte” che correggesse gli errori e la decadenza della democrazia di Weimar.
Quindi uomini e donne autoritari ne esistono sempre: dobbiamo evitare la congiuntura dei fatti che possono aiutare ad elevare le megalomanie a persona di governo.
Studiare a fondo il Terzo Reich, non solo la figura di Hitler, comprendere la vita quotidiana tedesca ed europea dopo la prima guerra mondiale, è l’anticorpo migliore per il mantenimento di un’etica, quindi l’evitamento del vuoto nazista, della banalità del male di harendtiana memoria.
Vivere senza un’etica dell’eguaglianza produce orrori. Il capitalismo è sempre sulla buona strada in questo senso…
(m.s.)
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