Perché il video di un pestaggio diventa, come si usa dire oggi, “virale”, ossia viene condiviso da migliaia e migliaia di persone nello stesso istante sulle reti sociali di Internet?
Forse è l’atavica istinto umano ad interessarsi dei fatti di cronaca nera, soprattutto in una quotidianità fatta di approfondimenti del macabro, del truculento: indagini, opinioni, dibattiti, scontri verbalmente accesi in televisione e anche alla radio dove ci si insulta tra esperti dei vari settori su ipotesi e controipotesi, deduzioni e controdeduzioni circa questo o quel caso di efferata violenza che, probabilmente, nel novantanove per cento dei casi ha prodotto un omicidio che diviene, quindi, “celebre”.
Il pestaggio di cui si parlava sopra riguarda una persona che avrebbe molestato una ragazza.
Ma qui il punto era non il motivo del pestaggio bensì la voglia di assistere al pestaggio che si diffonde tra le persone, tra i fruitori di Internet.
La conclusione è sempre questa, amaramente questa: la felicità non fa mai notizia; la violenza, la sopraffazione, la disgrazia e il pianto sono, purtroppo, sempre oggetto di grande, sadica attenzione.
(m.s.)
foto tratta da Pixabay