La manovra correttiva ufficialmente ancora non c’è, arriverà solo martedì prossimo, ma Padoan, a La Valletta per il vertice Ecofin, la ha già illustrata al ruvido vicepresidente della Commissione europea Dombrovskis e al più amichevole commissario all’Economia Moscovici. A comunicare la promozione è Dombrovskis: «Le misure illustrate sono in linea con quanto raccomandato. C’è ancora da fare, ma la determinazione del governo italiano nell’attenersi alla traiettoria di bilancio concordata è molto chiara».
Il vicepresidente della Commissione ovviamente non entra nel dettaglio delle misure in questione: lo farà Padoan la settimana prossima. Si limita ad annunciare che la Commissione ha deciso di accogliere la richiesta italiana sull’estensione dello split payment, il versamento da parte della Pa dell’Iva sulle fatture dei propri fornitori direttamente nelle casse dell’erario. Quella voce dunque ci sarà di certo e coprirà un terzo dei 3,4 mld, pari allo 0,2 del Pil, fissati dall’Europa. Per il resto ci saranno tagli alle spese ministeriali e altre misure di spending review. Ma restano dubbi sul punto dolente, l’aumento delle accise. Dovrebbe esserci solo quello sui tabacchi ma come verrà sostituita quella che, insieme allo split payment, doveva essere la voce principale della manovra ancora non è chiaro.
Naturalmente a La Valletta non si è parlato solo della manovra correttiva ma anche e soprattutto del Def, che sarà varato martedì prossimo. A convincere Dombrovskis è stato probabilmente proprio l’impegno di Padoan a una correzione dei conti pubblici per il 2018 dello 0,6 per cento del Pil. È la percentuale in rigorosa regola con i trattati, anche se ovviamente l’Italia spera in qualche margine di flessibilità in più.
Dei contenuti del Def ha parlato il viceministro dell’Economia Morando, confermando la stima di crescita dell’1 per cento per quest’anno: «E sarebbe dell’1,1 senza la manovra correttiva». Un po’ stizzita la reazione di Padoan: «Le cifre le daremo quando saranno state approvate dal consiglio dei ministri». Di certo nel pacchetto ci saranno le privatizzazioni, oggetto di un braccio di ferro ancora in corso tra ministero dell’Economia e vertici del Pd. Lo ha detto chiaramente Morando, aggiungendo che ci sarà probabilmente anche un intervento della Cassa depositi e prestiti e annunciando invece il rinvio di un anno della riforma del catasto, invisa al Pd forse ancor più delle privatizzazioni. Secondo Morando, però, le privatizzazioni incideranno meno del previsto. L’introito non sarà dello 0,5 del Pil ma dello 0,3 o 0,4. Padoan conferma. Le privatizzazioni, dice, «non servono solo a ridurre il debito ma anche ad aumentare l’efficienza delle imprese» e a contrastare la povertà.
Non significa che la partita sia chiusa. Come ammette Morando, il Def è solo un’indicazione: la mano decisiva arriverà con la legge di bilancio. Di certo, comunque, assicura Gentiloni, il Def prevederà lo stanziamento di un miliardo per le zone terremotate.
ANDREA COLOMBO
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