Massimo Gramellini dovrebbe cambiare nome alla sua rubrica quotidiana sul “Corriere della Sera”, imitando Totò nella celebre scena della “ciofeca”, di quel surrogato che toccava bere proprio durante la guerra al posto del vero caffè.
Stamane, il nostro se la prende nuovamente con l’ANPI, reo di aver pubblicato un manifesto sul 25 aprile dove compare la scritta “L’Italia ripudia la guerra” troncando la determinazione costituzionale che prosegue “come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli…” eccetera, eccetera.
Oltremodo, l’ANPI chiamato in causa per avere la colpa della contrarietà alle guerre fatte scoppiare dagli americani un po’ ovunque dal secondo dopoguerra in avanti: Asia, Africa, Medio Oriente, Europa balcanica… Ma non basta. L’associazione dei partigiani sarebbe stata indulgentemente perdonata in tutto questo tempo anche per essere a corto di resistenti veri e propri, visto che lo scorrere degli anni fa il suo corso e quelli che avevano lottato contro i fascisti e i tedeschi se ne sono andati sotto il peso degli acciacchi e dell’età.
E’ tutta colpa dell’ANPI se è rimasto senza partigiane e partigiani, se è contrario alle guerre come sostiene la Costituzione e se, oggi, è pure contrario all’invio di armi in un conflitto tra due grandi imperialismi che si fronteggiano.
Gramellini vede solo quell’ANPI che somiglia troppo agli ideali di libertà, uguaglianza e solidarietà per cui decine di migliaia di giovani (e meno giovaniì) hanno lottato fin dagli albori della dittatura mussoliniana. E non gli piace che sia così poco allineato con i valori occidentali della NATO, degli USA e della democrazia esportabile e militarmente intesa.
Ognuno è libero di interpretare come vuole le parole, i manifesti, persino polemizzare su due bandiere tricolori rovesciate e appese alle finestre in orizzontale piuttosto che in verticale…
Ma la polemica deve essere dignitosa e non scadere così smargiassamente nella contrarietà preventiva, nel pregiudizio manifesto ed evidente. Così facendo diventa soltanto un frontale tra convogli di parole contro altri convogli su una strada davvero impercorribile per una dialettica democratica e civile.
La necessità della guerra rompe le punte alle matite, anzi le spezza proprio e, si vede, non risparmia nemmeno più le penne e le tastiere dei computer…
Clicca qui e scarica il manifesto dell’ANPI per il 25 aprile
(m.s.)
12 aprile 2022
foto: particolare del manifesto dell’ANPI per il 25 aprile 2022