In Italia e nel mondo il numero dei ricchi è destinato ad aumentare, e con loro anche le disuguaglianze. Nel nostro Paese, oggi, 307 mila famiglie, pari all’1,2% del totale, detengono il 20,9% della ricchezza finanziaria sotto forma di azioni, obbligazioni, depositi e strumenti di liquidità. I dati vengono dal rapporto Global wealth 2017 elaborato dalla società di consulenza finanziaria Boston Consulting Group .
Nei prossimi anni, spiega ancora il rapporto, ci sarà un leggero allargamento della ricchezza: nel 2021, infatti, si prevede che il numero di famiglie italiane milionarie salirà a 433 mila (l’1,6% del totale) con una quota di ricchezza pari al 23,9%. A livello globale, il numero di famiglie milionarie è cresciuto del 7% in un anno arrivando a circa 18 milioni. E nel mondo la ricchezza è molto più concentrata rispetto alla sola Italia: l’1% di famiglie possiede infatti il 45% della ricchezza complessiva.
Sempre tenendo conto dei dati globali, tra le famiglie milionarie il 12% detiene patrimoni superiori al milione di dollari e nel 2021 la percentuale salirà al 16%. La maggiore crescita riguarderà le famiglie con una ricchezza tra 1 e 20 milioni di dollari (incremento del 6,1% medio l’anno) seguita dai super ricchi – patrimoni oltre i 100 milioni – con un tasso di aumento del 4,6% l’anno.
La ricchezza finanziaria privata continua a correre in tutto il mondo, e a tassi crescenti anno per anno: a livello globale la corsa di Wall Street e degli altri principali mercati ha portato nel 2016 il valore totale di azioni, obbligazioni e depositi bancari alla cifra astronomica di 166.500 miliardi di dollari. Rispetto al 2015 l’incremento è del 5,3%, superiore al +4,4% registrato l’anno precedente. Nel 2021 si dovrebbe toccare la quota di 223.100 miliardi di dollari, con una crescita media annua del 6%, derivante in parti uguali dalla creazione di nuova ricchezza e dalla valorizzazione degli asset esistenti.
L’aumento della ricchezza privata è generalizzato in termini geografici «ma ancora una volta è stata l’area dell’Asia-Pacifico a segnare lo sviluppo più rapido – spiega il rapporto del Bcg – l’incremento è stato del 9,5%, inferiore a quello a due cifre degli anni passati (la media 2011-2015 era stata del 12%) ma tale da prospettare a breve uno storico sorpasso ai danni dell’Europa occidentale come secondo mercato più ricco». L’area con Stati Uniti, Canada e Messico ha segnato un incremento robusto, +4,5%, superiore a quello dell’Europa occidentale, pari al +3,2%. Mentre la ricchezza finanziaria globale è cresciuta del 5,3% e, in Europa, come detto, del 3,2%, l’Italia ha registrato al contrario una leggera battuta d’arresto.
MIRCO VIOLA
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