Una bozza di accordo fra le diverse anime del Pd su una nuova legge elettorale c’è, ma è carta che non canta, cioè non contiene nessun sigillo vincolante per il premier. Per questo la minoranza bersaniana fa già sapere che si dispone a valutarla con abbondante dose di pessimismo. Ma la telenovela non è ancora ufficialmente finita.
Ieri pomeriggio la commissione dem si è riunita alla camera. Presente «l’esploratore» Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, il presidente Orfini, il capogruppo alla camera Rosato e l’unico esponente delle minoranze Gianni Cuperlo. Alla termine Guerini è stato laconico: «Stiamo lavorando su una bozza di documento, ma un passo alla volta. Non c’è nulla di definitivo». La bozza, in un paio di cartelle, contiene alcune proposte, in alternativa, per accogliere i ’paletti’ posti da Cuperlo come indispensabili. Almeno in termini di principio: un’apertura ai collegi uninominali o, in alternativa, l’eliminazione dei capilista bloccati e la diminuzione delle multicandidature; l’ipotesi dell’apparentamento tra primo e secondo turno; ma soprattutto quella – fin qui esclusa dal segretario – del «superamento» del ballottaggio sostituito da un premio al partito vincente, come proposto dai «giovani turchi». Renzi ha dato l’ok.
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DANIELA PREZIOSI
foto tratta da Pixabay