L’unico modo per battere la Germania è affrontarla questa sera sul campo di calcio di Bordeaux. Le gloriose imprese del passato (calcisticamente parlando), la presunta inadeguatezza con cui oggi la nostra nazionale va in campo. Due aspetti che fanno venire alla mente come un tempo ci fu una Germania divisa e che tentava di unirsi e ricostruirsi dopo la tragedia del Terzo Reich.
E oggi, questa Germania, a guida liberista con la CDU di Angela Merkel, troneggia su una Europa che si priva anche del contraltare britannico.
La Germania vince su tutti i fronti. Era lo slogan che campeggiava nelle strade del Reich hitleriano dal 1939 fino al 1943. Poi cominciò a vincere sempre meno, a perdere e a fare i conti con una storia infame, con un futuro incerto e pieno di giuste condanne morali.
L’Italia si salvò nella paventata divisione territoriale: la lotta partigiana e l’abbandono del campo tedesco l’8 settembre proprio di quel 1943 in cui le sorti del conflitto volgevano contro Berlino, ne riscattarono in parte un onore perduto in vent’anni di fascismo.
L’Italia di oggi non può competere con la Germania: Renzi non è la Merkel. La cancelliera non esegue gli ordini della BCE, li condiziona e contribuisce ad una regia congiunta con gli alti vertici economici di una Unione Europea sempre meno unita, sempre più precaria.
Precaria. Appunto. Piena di precari, di disoccupati, con tentazioni autoritarie nei vari stati balcanici che erigono muri per respingere i più disperati che fuggono da guerre, miserie e fame nera.
Speriamo che questa sera a Bordeaux l’Italia di Antonio Conte prevalga, per una volta, su una Germania spocchiosa e giganteggiante. Davide, in fondo, Golia l’ha sconfitto con un banale sasso, con una altrettanto banale fionda…
(m.s.)
foto tratta da Pixabay