Quando si arresta una persona senza una accusa specifica si è già in presenza di un atto di repressione. Quindi di una volontà politica ben precisa.
Quando poi la persona in questione è un giornalista, un blogger, uno scrittore che cerca solo di raccontare una guerra, le vite dei profughi fuggiti dalla Siria, allora l’arresto diventa doppiamente politico, ispirato da una precisa intenzione di impedire che gli occhi delle telecamere possano far vedere ad altri occhi ciò che accade al confine di una zona di guerra.
In isolamento, senza avvocato, senza poter avere il diritto alla difesa. Ma difesa da cosa? Forse da chi, sarebbe meglio dire. Perché l’unico reato di Gabriele Del Grande sembra essere quello di aver cercato di fare spazio alla verità in mezzo al campo minato della propaganda di guerra.
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(m.s.)
foto tratta da Wikipedia