Biden minaccia l’intervento militare americano se Pechino dovesse agire contro Taiwan. Dunque contro una parte del suo territorio storicamente inteso, politicamente diviso dal resto del paese.
Intervento militare per tutelare, si intende, il nuovo partenariato stabilito con una ventina di nazioni che affacciano sull’Oceano Pacifico: dal Giappone alla Corea del Sud, dall’Australia a Taiwan. Per l’appunto. Una base strategica, un punto appoggio per gli USA proprio davanti al grande drago asiatico.
Le minacce si susseguono ad altre minacce, ma se la Cina fosse intervenuta militarmente ogni volta che gli USA hanno invaso un paese, altro che terza guerra mondiale… Almeno, per ora, l’imperialismo di Pechino si esprime in altri modi: vedasi l’Africa comperata a pezzo a pezzo, ma non invasa militarmente.
Non c’è bisogno a volte dell’aggressività yankee per dominare altri continenti, per globalizzarsi a (nemmeno tanto) piccoli passi.
Ma ai campioni della democrazia globale, si sa, tutto è permesso nel nome della morale superiore e del profitto. Anche solleticare i pruriti militaristi delle potenze avversarie, provocare le guerre e poi fare da subito la parte del bravo difensore dell’umanità aggredita…
(m.s.)
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