La riforma è Renzi e Renzi è la riforma. Senza questo governo non ci sarebbe alcuna riforma costituzionale che tenta di stravolgere la Costituzione stessa.
Ergo, questa controriforma è inseparabile dall’azione di governo.
Io avrei voluto non attribuirla al governo (avrebbe significato l’impossibilità non violata di vedere un esecutivo produrre dei cambiamenti costituzionali…), ma è proprio il governo che l’ha preparata su altrui disposizione: dei mercati, dei disegni di semplificazionismo delle regole di tutela sociali che ancora esistono e sono materia protetta dalla Carta del 1948.
Quindi, se parliamo della controriforma non possiamo fare a meno che darne un giudizio estendendolo all’esecutivo.
Votare “sì” è dare anche fiducia ad un atto quindi del governo.
Un atto grave che, pertanto, non avendo il governo la nostra fiducia, vedrà tantissimi bei NO vergati sulle schede di domenica prossima nelle cabine elettorali.
(m.s.)
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