“Fuorviati dal mito della “brava gente” non colsero la modernità di una politica totalitaria efficace e coerente”.
Ho letto questa frase, estrapolata da un contesto di un articolo che sottolineava come – al tempo delle leggi razziali del fascismo (1938) – l’antifascismo avesse sottovalutato il peso di quel provvedimento e anche chi come Nenni e Rosselli avevano intuito la gravità di quella svolta si erano limitati a denunciare la barbarie di Mussolini assolvendo il popolo.
La frase in questione appena sopra riportata mi è parsa il miglior commento all’incontro Salvini – Orban di ieri.
Non è solo razzismo, è qualcosa di più profondo che sta incontrando consenso e aggregazione nei settori più diversi del popolo: appunto Un quadro totalitario anche in quest’occasione, dopo 80 anni, efficace e coerente.
Questo tipo di analisi deve allora rappresentare uno spunto fondamentale di riflessione per chi deve organizzare la Resistenza e l’Alternativa al quadro totalitario che si sta presentando.
Bene le manifestazioni, ma non basta la piazza: serve la politica organizzata, serve un accanito contrasto culturale, occorre un esercizio quotidiano di controinformazione e di denuncia del pericolo in tutti i campi.
In gioco c’è molto non solo della nostra democrazia, ma anche del nostro pensiero, del nostro modo d’essere individuale e collettivo.
Teniamone ben conto agendo con intelligenza politica, comprendendo come quanto ciò che sta accadendo si lega alla condizione materiale di vita (e quindi ai temi della sopraffazione, dello sfruttamento, della crescita esponenziale delle disuguaglianze a tutti i livelli) e di come sia necessario offrire (e praticare) una visione alternativa della società, senza nostalgie ma comprendendo appieno i gravi pericoli in atto e guardando avanti chiamando all’aggregazione sociale e all’elaborazione di un progetto politico.
FRANCO ASTENGO
29 agosto 2018
foto tratta da Pixabay