Il capitalismo e le istituzioni governative che ne sono il cane da guardia non stanno dando una immagine di grande tenuta in questo momento in Europa: dalla Francia al Regno Unito, dalla Germania alla Spagna, i governi traballano tutti sulle incertezze economiche dei mercati, sulla Brexit, sui Gilet gialli, sull’avanzata delle destre fasciste e sovraniste.
Non è un buon momento per il liberismo, faccia moderna del liberalismo moderato di alcuni decenni or sono.
Ma la risposta a questa crisi rischia di essere un peggioramento in senso qualitativo: a delle istituzioni feroci sul piano economico si sostituiranno istituzioni feroci anche sul piano della rappresentanza dei diritti sociali e civili.
La soluzione a questa risposta di popoli spaventati (ad arte) e immiseriti dal sistema non può essere la forza, la durezza, la repressione delle libertà in nome della sicurezza.
Se il sovranismo sarà la risposta, se questo capitalismo straccione non saprà gestire la fase di crisi se non affidandosi ai populisti xenofobi e razzisti e non saprà fare altro di affidarsi alla paura fobica delle persone per controllarne la collera sociale, allora ci attendono tempi di nuove guerre, di nuovi appelli contro il “terrore”, contro qualche altro nemico inventato per distrarre l’opinione pubblica.
Un sistema come quello capitalistico, che si picca d’essere in grado di dominare tutto, di possedere tutto, di gestire ogni cosa con l’arma del ricatto dei soldi, non riesce mai alla fine a risolvere le contraddizioni che genera. Tanto potrà mai convertirsi in un sistema stabile e definito come tale.
La lezione della storia degli ultimi secoli lo dimostra: le sommosse dei Gilet gialli (che somigliano per molti versi ai “forconi” italiani, pur essendone differenti) lo ribadiscono. L’aggressiva propaganda razzista in Spagna, Germania, Italia ed Ungheria lo conferma ulteriormente.
Quando si ha paura delle pietre di inciampo che ricordano gli ebrei sterminati nei campi nazisti, si evidenzia il fatto che il sistema politico ha già prevalso nella debole tenuta psico-culturale di un popolo ignorante e privo di anticorpi civici e morali per dire NO ad una riproposizione della crudeltà come stile di vita, come metodo di difesa nei confronti delle minacce che coloro “che sono nel giusto” gli hanno fatto credere essere reali.
(m.s.)
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