Vittorio e Paolo Taviani hanno iniziato la loro vita artistica e culturale contribuendo a dare vita insieme a Valentino Orsini e ad un produttore eccezionale e sceneggiatore quale è stato Giuliani De Negri – storico comandante partigiano comunista di Genova –, ad uno straordinario nucleo di intelligenza e rigore culturale intorno alla casa di produzione che si chiamava “Ager film”.
Un gruppo al quale abbiamo tutti sempre guardato con profonda ammirazione e rispetto. Un collettivo che ha fatto nascere film come Un uomo da bruciare, I sovversivi, Sotto il segno dello scorpione, San Michele aveva un gallo, Allonsanfan, per dirne solo alcuni.
Schivi da qualunque forma di autopromozione, fin da allora però Vittorio e Paolo Taviani sono stati e sono tuttora un vero e proprio simbolo.
Sia per la qualità speciale di tutti i loro film sia e forse soprattutto per la coerenza che hanno conservato negli anni in tutta la loro produzione artistica malgrado l’involgarimento e il degrado commerciale che la politica dei produttori e le pessime leggi di settore – ultima e senza dubbio la peggiore quella di Franceschini – hanno impresso al nostro cinema.
È difficile per me parlare di Vittorio separandolo da Paolo, non solo perché le loro vite sono strettamente legate, ma anche perché in realtà il mio rapporto personale è più forte con Paolo forse anche per via del legame di collaborazione professionale che mi lega da tanti anni a quella straordinaria costumista che è Lina Nerli Taviani. Ma la stima che mi ha legato a tutti e due è sempre stata ugualmente forte. Tanto che quando dopo tanti anni di assenza sono tornato al cinema con Storia d’amore, le primissime ed uniche persone a cui feci vedere il primo montaggio del film sono stati proprio Paolo e Vittorio. Rimanemmo a discutere, in particolare del finale, fino a tarda sera nella saletta di proiezione dello stabilimento di sviluppo e stampa e ricordo anche che sono stati loro tra i miei più affettuosi sostenitori quando il film fu presentato al Festival di Venezia.
Con Vittorio, e con Paolo, abbiamo avuto percorsi cinematografici e ultimamente anche politici diversi. Tuttavia siamo stati uniti per tutta la nostra vita oltre che da un affetto e un’amicizia indissolubile, dalla volontà di tentare sempre di portare avanti e lavorare per un cinema delle idee contro la tendenza oggi vincente alla standardizzazione e alla mercificazione della cultura. E il cinema di Vittorio e di Paolo e la loro vita personale stanno lì a dimostrarlo.
CITTO MASELLI
foto – screenshot tratto da You Tube