Titolano i giornali: “Ilva, Mittal rassicura: “Sfida a lungo termine“. Landini: “Cdp entri nella società come garanzia”.
La società conferma il suo impegno. L’ex leader della Fiom invoca il sostegno pubblico dopo gli esuberi annunciato dal nuovo proprietario del sito siderurgico. Dopo lo sciopero i lavoratori pronti a nuove iniziative di protesta.”.
“La sfida di gestire Ilva non è facile, ma sono giovane e sono qui per rimanere a lungo termine“. Lo ha detto l’Amministratore delegato Europa di Aditya Mittal a Cernobbio, spiegando che l’azienda che il suo gruppo controlla all’85% ” ha sofferto moltissimo negli ultimi anni dal punto di vista della produzione e ha sofferto la comunità per negligenze ambientali, noi vogliamo migliorare queste condizioni”.
All’indomani della giornata di sciopero con lo scontro aperto tra governo e Am InvestCo dopo gli esuberi annunciati dal nuovo proprietario del sito siderurgico, dal fronte sindacale arriva invece un nuovo appello al governo. A lanciarlo è l’ex segretario della Fiom Maurizio Landini, che invita il governo ad entrare nella società attraverso Cdp. “A questo punto, sarebbe molto importante che Cassa depositi e prestiti entrasse nella società, anche come elemento di garanzia degli investimenti e di chiarezza sugli impegni. Sarebbe una scelta intelligente, anche a tempo: qui c’è un gruppo che ha dimostrato qualche problema di attendibilità”, ha detto intervistato dalla Stampa”.
Considerato prima di tutto, che questa situazione deriva dall’esito disastroso delle privatizzazioni e, in particolare, delle privatizzazioni nei settori strategici dell’industria e che l’Italia manca (come già denunciato da tempo, scusandomi per le reiterazioni sicuramente noiose) di un piano industriale complessivo.
Sorge una domanda: cosa intende Landini per un ruolo della CdP di “elemento di garanzia degli investimenti e di chiarezza sugli impegni”. Una sorta di cane da guardia nel nuovo Consiglio di Amministrazione e con quale quota e che tipo di investimento?
Si ricorda che i danari in cassa di CdP sono quelli del risparmio postale, in un Paese che tutto sommato (e per fortuna da un certo punto di vista) mantiene una forte propensione al risparmio.
La sola strada per la siderurgia è quella della nazionalizzazione (tanto più che la produzione complessiva è insufficiente per il fabbisogno e non si tratta soltanto di produzione ma di bonifica e ristrutturazione dei siti).
Se forze politiche e sindacati intendono distinguersi e presentare proposte davvero alternative rivolte a favore del lavoro e dei lavoratori deve essere riconsiderata l’intera politica pubblica in materia di industria, riflettendo anche sulla necessità di programmazione degli investimenti.
Nostalgia dell’IRI affossato a suo tempo con Prodi al vertice? No nostalgia ma riferimento nella prospettiva di un radicale mutamento nella concezione della politica economica.
FRANCO ASTENGO
11 ottobre 2017
foto tratta da Pixabay