Il Sì alla Brexit come gli Spitfire nel 1940

Contro il popolo britannico che dai sondaggi pare orientato a far vincere il “Leave” cioè il Si alla Brexit, si è scatenato un bombardamento economico di avvertimento. Le multinazionali...

Contro il popolo britannico che dai sondaggi pare orientato a far vincere il “Leave” cioè il Si alla Brexit, si è scatenato un bombardamento economico di avvertimento. Le multinazionali della speculazione finanziaria hanno organizzato un crollo controllato delle principali Borse. Questa manovra è stata accompagnata da una comunicazione a reti mondiali unificate ove si spiegava che questa caduta del valore dei titoli era solo un piccolo assaggio di ciò che accadrebbe se i britannici decidessero di lasciare l’Unione Europea. Al coro di banche, confindustrie varie, multinazionali, agenzie di rating, ha aggiunto il suo acuto finale il ministro delle finanze germanico Schauble. Il ministro più potente d’Europa, colui che ha ridotto la Grecia a colonia della Troika, ha minacciato brutalmente i britannici. Se sceglierete di stare fuori, non avrete nessun accordo con noi, sarete considerati meno dell’Albania.

A queste minacce hanno fatto eco in Gran Bretagna Cameron e le élites di destra e sinistra che sostengono il “Remain”, amplificando quelle minacce e trasformandole in punizioni bibliche pronte a scatenarsi sui cittadini britannici che scegliessero la Brexit.

Ancora un volta il partito unico europeista dà il meglio di sé. È significativo che quando i popoli minacciano di mettere in discussione la costruzione europea che li schiaccia, la risposta non sia mai sul terreno della democrazia. Se i popoli fanno sul serio la UE e chi la sostiene dimenticano immediatamente tutta la liturgia dei diritti umani che si dispiega normalmente per i gonzi e passano subito al sodo: se non state con noi vi distruggiamo a colpi di spread!

Non c’è nulla che riesca a dimostrare la natura antidemocratica di fondo della Unione Europea come i referendum su di essa. È accaduto un anno fa in Grecia, anche allora tutte le minacce erano contro il libero voto del popolo. Schauble allora sostenne che un No democratico dei greci non avrebbe avuto alcun valore, perché in Europa vale solo l’obbedienza al potere economico e finanziario e alle sue leggi. I greci resistettero e votarono No lo stesso, ma il loro governo tradì quel voto.

Ora i britannici sono allo stesso punto dei greci e anche se sono un popolo più grande in un paese ben più forte, sono soggetti alle stesse minacce autoritarie. Sapranno resistere ad esse? Non lo sappiamo anche se è significativo che proprio mentre Schauble faceva le sue dichiarazioni, uno dei leader storici del Labour, Skinner, si pronunciava a favore della Brexit nel nome della democrazia e dei diritti del lavoro. Aggiungendosi così al glorioso sindacato dei trasporti RMT e a tanti militanti di base politici e sindacali che rifiutano la subalternità blairiana del gruppo dirigente Labour.

Oramai è chiaro che in Gran Bretagna, non c’è solo la destra populista contro la UE, ma un fronte sempre più vasto di forze radicali, progressiste, populiste di sinistra.

Riuscirà il popolo britannico a resistere alle minacce? Non lo sappiamo ma lo speriamo. Anche in questa battaglia d’Inghilterra sono in gioco i destini di tutto il continente Se i britannici voteranno in pace il Si alla Brexit, aiuteranno tutti i noi come fecero in guerra nel 1940, quando resistettero ai bombardamenti veri e risposero ad essi con il coraggio dei piloti degli Spitfire.

GIORGIO CREMASCHI

da Popoffquotidiano

foto tratta da Pixabay

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