Mi riesce davvero difficile poter immaginare come si possano fare le primarie di coalizione del centrosinistra.
Questo perché non esiste nessun centrosinistra in Italia ormai da molto tempo e non esiste, conseguentemente, nessuna coalizione che vi si possa richiamare.
Lo stanco rito delle primarie, usate, abusate, inflazionate nei discorsi di chiunque intenda richiamarsi alla democrazia come elemento partecipativo assoluto, è stato esercitato dal PD che ha reincoronato Matteo Renzi segretario e che, dubito, voglia farsi sottrarre la corona di una eventuale “coalizione” rabberciata, costruita con alcuni frammenti di pseudo-sinistra per poter formalmente dire di rappresentare un “nuovo centrosinistra”.
La cavalleria renziana è ben schierata e non consentirà a nessun altro di guidare una ipotetica coalizione tra il PD e magari Giuliano Pisapia.
Più che una coalizione, sarebbe un partito di governo sommato ad una personalità politica eminente, lineare nel non essersi espresso contro la riforma costituzionale del 4 dicembre scorso.
In questo senso una coalizione è fattibile almeno nell’interpretazione decostruente delle istituzioni repubblicane intese ancora come “parlamentari”, con al centro quelle due Camere dove si consumano in questi giorni le peggiori farsi su altrettanto peggiori testi di leggi elettorali.
Dunque, riesce davvero difficile pensare allo svolgimento delle primarie del centrosinistra. Sempre piuttosto un regno politico della fantasia che, però, condiziona mentalmente molta gente di sinistra facendo loro credere che lì si trova l’alternativa per il cambiamento sociale. E, naturalmente, non è così.
(m.s.)
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