Dare a tutti la possibilità di esprimersi dovrebbe essere un modo di applicare la democrazia al livello più elementare, fondamentale.
Che ognuno possa farlo interagendo con chiunque, esponendo le sue opinioni, dovrebbe poter essere sempre un momento di crescita personale e collettiva.
Invece, col passare del tempo, abbiamo un po’ tutti scoperto, come il fondatore di Twitter afferma oggi, che tutto ciò non ha dato quei risultati sperati. Seppur sperati dietro anche la voglia di fare del profitto, come è necessario nel capitalismo, gli intenti erano nobili e giusti.
Eppure i dialoghi su Internet sono sempre più carichi di livore, di astiosità, di egoismo linguistico, di prepotenza digitale.
Come mai non si riesce ad esprimere le proprie opinioni senza dover saltare con le zanne della tastiera al collo del proprio interlocutore? E’ così difficile essere praticamente, non solo formalmente, educati? Esserlo per poter avere una sana polemica, uno scambio di battute che sia anche aspro ma che non travalichi mai i confini di un reciproco rispetto?
Su Internet si programmano omicidi, si diffondono notizie palesemente false cui milioni di persone credono abboccando come allocchi sprovveduti… Perché tutto ciò accade in maniera così esponenziale?
E’ una domanda che mi sono posto ieri proprio su Facebook e che oggi vedo ripresa dallo sconforto del fondatore di Twitter. Quindi ve la propongo qui, proprio su Internet, proprio su siti e reti sociali.
Non ai posteri ma a voi l’ardua risposta.
(m.s.)
foto tratta da Pixabay