Dunque, la disoccupazione cala all’11,4%, però aumenta il numero di coloro che non cercano più lavoro.
Fatemi capire: se c’è domanda di lavoro vuol dire che allora il lavoro c’è. Come mai allora cresce la percentuale e l’assoluto numerico di giovani e meno giovani che rinunciano a trovare un lavoro?
Spunterà qualche ministro a dirci che siamo tutti dei “bamboccioni” e che quindi quell’indicatore è riferito ai “nullafacenti”, ai “pelandroni”?
Oppure la spiegazione è molto più semplicemente questa: molte persone rinunciano a cercare il lavoro perché sono escluse, date le richieste di specializzazioni, esperienza, età, da una offerta che, oltre tutto, quando trovata miracolosamente nelle colonne dei giornali e delle gazzette che elencano le mansioni, viene remunerata poi pure in voucher?
E’ materia per un nuovo Marx. Ma non ne vedo all’orizzonte… Solo speculatori, sfruttatori e magnificatori di grandi sorti per una Italia che vive di paradossi sulla pelle dei più deboli.
(m.s.)
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