Camuffate nel paesaggio scandinavo candido di neve e foreste di pini, delle tende mimetiche dai colori chiarissimi sbucano qua e là nella provincia di Alta. Le truppe di soldati norvegesi stanno insegnando ai loro compagni internazionali come erigere le loro tende per sopravvivere durante le operazioni artiche. Se sei in grado di affrontare il clima artico, sei in grado di affrontare qualsiasi condizione climatica e minaccia, loro dicono.
Questa è l’opportunità che le forze armate norvegesi offrono ai loro alleati della Nato, includendoli nei loro addestramenti di difesa tra il 3 al 15 marzo, nella regione più settentrionale del Finnmark.
Ogni due anni la Norvegia organizza Cold Response (risposta fredda), un’esercitazione datata ai tempi della Guerra Fredda, che mira a preparare le truppe norvegesi a un eventuale attacco del loro vicino più temuto: la Russia. Questa volta però si apre un capitolo nuovo nella storia militare non solo norvegese, ma nordica: 20.000 soldati di terra provenienti da 14 paesi, 50 sottomarini e oltre 110 aerei da combattimento sono dispiegati nel nord della Norvegia, Svezia e Finlandia, in quella che viene chiamata da quest’anno Nordic Response (risposta nordica).
Questa operazione fa parte della serie di esercitazioni Steadfast Defender (difensore costante) della Nato, che ha come obiettivo quello di provare, come sul campo da calcio, gli schemi vincenti, in questo caso per spostare rapidamente un gran numero di truppe dagli alleati oltreoceano in Europa. Risposta Nordica è il capolinea dello Steadfast Defender, in cui questi rinforzi raggiungono l’emisfero settentrionale e si preparano a fronteggiare un potenziale attacco nemico sul continente europeo.
Gli eserciti partecipanti si addestrano a operare in condizioni climatiche estreme e in un ambiente geografico impegnativo. Non devono solo imparare a vivere a temperature estreme, ma anche ad utilizzare mezzi che potrebbero essere indispensabili in un contesto artico, come le motoslitte.
Ci sono anche la portaerei Garibaldi e la nave da sbarco San Giorgio della marina militare italiana, approdate qualche giorno fa tra i fiordi innevati nella piccola città portuale di Harstad, mentre il 2° Reggimento Alpini impara a scavare tunnel nella neve ed erigere degli igloo.
Ma oltre i due terzi dei soldati che partecipano alle operazioni sono i primi responsabili sul territorio: 8,000 norvegesi che coordinano la missione, 4,500 svedesi e 4.100 finlandesi. Uno degli effetti collaterali dell’invasione russa dell’Ucraina è il rafforzamento della difesa nordica. Con l’ingresso della Svezia nella Nato e l’adesione della Finlandia nell’aprile del 2023, l’abbraccio atlantico ormai sfiora i confini russi.
Il Vice ammiraglio delle forze armate norvegesi Rune Andersen ha detto che «nella situazione di sicurezza odierna, è più importante che mai esercitarsi nella difesa delle nostre aree» e rafforzare la capacità di cooperare con i paesi partner.
Le esercitazioni degli anni precedenti erano state caratterizzate da un aumento delle tensioni e delle attività militari russe nella regione artica, di cui la Russia ha gradualmente ampliato la scala e aumentato il numero fin dal 2007. Nel 2023, la Flotta del Nord russa ha mantenuto in gran parte il suo normale livello di attività, ma la prolungata lotta sul fronte ucraino lascia scoperto il territorio settentrionale, poiché l’80% delle forze terrestri russe è stato inviato al fronte in Ucraina.
Risposta nordica punta quindi a un nervo scoperto: quest’anno si addestrano molte più forze di terra, ad una longitudine molto più vicina alla Russia. Non è la norma: l’esercitazione Cold Response 2022, infatti fu condotta principalmente nel Nordland e nel centro di Troms, regioni non al confine con la Russia.
Il prolungamento del conflitto in Ucraina, le gravi perdite economiche e militari e l’allargamento della Nato avevano già irritato il presidente russo Putin. La missione militare di questi giorni appesantisce ulteriormente il quadro generale, e il clima fra i diversi paesi che condividono responsabilità e territori nella fascia artica.
Nell’ultimo discorso di Putin alla nazione a fine febbraio, il presidente ha elencato l’armamentario a disposizione del paese, ricordando il proprio arsenale nucleare se l’occidente avesse inviato truppe di terra in Ucraina, come il leader francese Macron «non aveva escluso». Le armi a lungo raggio della Russia dispiegate nell’Alto Nord vengono ritenute una minaccia contro obiettivi in Europa e linee di comunicazione strategiche nell’Atlantico settentrionale.
I piloti delle compagnie aeree che volano sulle rotte che passano per la regione del Finnmark, hanno riscontrato nelle ultime settimane un forte aumento delle interferenze sui segnali radio e satellitari, che causano difficoltà di navigazione. Per l’Autorità norvegese per le comunicazioni (Norkom) questi “inceppamenti” di informazioni sono causati dallo spyware elettronico russo, e in parte si teme per le operazioni aeree che si svolgeranno nei prossimi giorni.
Gli esperti di difesa e sicurezza affermano che la Russia (che fino al 2022 veniva invitata come “osservatore”) seguirà da vicino Risposta Nordica: sono convinti che non interferirà, ma la guerra di propagande incrociate è già cominciata.
Il nuovo presidente della Repubblica finlandese Alexander Stubb si recerà in visita il 7 marzo nell’area di Alta insieme al primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre. È la prima visita ufficiale all’estero di Stubb, che sceglie di visitare i vari dipartimenti che partecipano all’esercitazione e tenere un incontro bilaterale con Støre. Il prossimo 23 e 24 aprile Stubb si recherà invece in Svezia, per consolidare le relazioni con i propri vicini e ultimi membri della Nato.
DANIELA DE LORENZO
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