“Far fare l’imprenditore significa saper imparare. Non si tratta di sapere tutto, ma di apprendere rapidamente.”. Così Mark Zuckerberg, il prestante miliardiario papà di Facebook e altri social network, la giovane mente che ha rivoluzionato un modo di intendere i rapporti umani anche su Internet, ha spiegato la logica del moderno padronato in un incontro alla Luiss.
Ma l’imprenditore, il padrone, non lo fa fare nessuno. E’ un ruolo che di cui si appropria in un sistema economico che glielo consente attraverso la prevaricazione legittimata, attraverso lo sfruttamento del lavoro intellettivo e manuale di altre persone.
“Far fare” è un’espressione curiosa. Chi sarebbe colui che “fa fare” l’imprenditore ad uno che ancora non lo è? Da che capitalismo è capitalismo, l’imprenditore (il padrone) diventa tale non per induzione ma per propria spregiudicata ambizione e per l’occasione, non sempre onesta, che gli si presenta. Sfruttare è il verbo che ricorre in questi casi. Sempre. Sfruttare un’occasione, una opportunità, un essere umano, una fetta di mercato…
“Far fare” è la prima lezione giustamente sbagliata che Zuckerberg vuole insegnare agli studenti della Luiss: si può far fare, parafrasando Gene Wilder che, proprio ieri, ci ha lasciato…
(m.s.)
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