In Italia si muore di lavoro nonostante la crisi economica. Dalla Relazione annuale Inail del 2015, presentata questa mattina, emerge che il numero degli infortuni mortali (complessivamente 1246) va in pareggio al 2014 (con una variabile di circa il 2% in più o in meno in funzione dei casi ancora in istruttoria) e agli stessi livelli di quando il Pil era almeno il doppio. Sono dati che smentiscono la valutazione iniziale date dall’Inail circa l’andamento decrescente degli infortuni. I numeri rimangono decisamente “gravi e preoccupanti”, sottolineano i sindacati.
Alla soglia quindi di vent’anni dal primo recepimento della direttiva europea sulla prevenzione negli ambienti di lavoro- dichiara un sindacalista della Cisl – la mortalità per causa lavorativa registra ancora un dato drammatico di circa 4 morti al giorno. L’aumento importante poi delle denunce di malattie professionali e in particolare di quelle del sistema osteomuscolari “rende chiaro come occorre fare ancora molto sul piano della sicurezza, ma non meno della salute, intervenendo sulle procedure di lavoro, l’organizzazione, l’ergonomia delle postazioni di lavoro e i dispositivi di protezione o di vigilanza”.
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FABRIZIO SALVATORI
da Contro la crisi.org
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