I sovranisti amano l’Italia che si domina con la paura

Sì, sono un pericolo nel pericolo. Sono una iniezione di sclerotizzazione del sistema democratico, di consunzione dei fondamenti del civismo e persino della civiltà impropriamente creata, fallace, ma pur...

Sì, sono un pericolo nel pericolo. Sono una iniezione di sclerotizzazione del sistema democratico, di consunzione dei fondamenti del civismo e persino della civiltà impropriamente creata, fallace, ma pur sempre apparentemente democratica che si sorregge anche tramite il formalismo. Quando riesce ad incontrare i contenuti e dare piena applicazione ai dettami costituzionali, è lì che la nostra Repubblica riesce a dare il meglio di sé.

Sono un pericolo per la democrazia e per la salute mentale oltre che fisica coloro che oggi si definiscono “sovranisti” e che utilizzano ogni mezzo a loro disposizione per irretire la credulità popolare e manipolarla cinicamente in momenti di allarme mondiale per una pandemia che sarà difficile oltrepassare ma non impossibile. Il primo dovere di un rappresentante della Nazione dovrebbe essere quello di fare tutto il possibile, con le proprie convinzioni, per dire la verità ai cittadini e non pescare vecchi servizi di telegiornali della Rai per lanciare in rete la falsa notizia della formazione in laboratorio del Coronavirus Covid-19.

Diffondere false notizie in questo momento è qualcosa di peggio del reato di “abuso della credulità popolare“. Se a farlo è poi uno che pretenderebbe di diventare Presidente del Consiglio dei Ministri, allora la gravità è ancora maggiore.

Insomma, vi dovete spaventare! Dovete essere terrorizzati e non tranquillizzati dal fatto che mettete in pratica ogni misura sanitaria per prevenire il virus, per creare una barriera tra voi e lui che contribuisca al contenimento complessivo dell’epidemia. No… ecco la “fake news” del giorno, creata per cancellare quel poco di rassicurazione che può darvi il lavare le mani per bene, il mantenere la distanza di almeno un metro negli eventuali incontri con altri cittadini, lo stare il più possibile in casa sacrificando molte energie mentali e fisiche, sovraffollando la mente di tensioni, ansie, panico e nevrosi.

Non avendo più rom e migranti come forma di condizionamento della rabbia popolare, per acquisire consenso elettorale e quindi potete politico, oggi si sfrutta anche la paura legittima dei cittadini verso il nemico invisibile e lo si fa con ogni mezzo. Qui siamo davvero oltre il cinismo. Siamo nel menefreghismo più totale per la sofferenza di chi poi muore, di chi attraversa un calvario, di chi spende la sua vita a curare da sempre i malati e oggi ai trova a subire pure la patetica retorica sugli “angeli” e sugli “eroi“.

Tutto ciò non è dialettica politica, non è scontro più che legittimo tra maggioranza ed opposizione: qui l’azione di governo – pur criticabile – non c’entra davvero niente. Qui siamo nella stanca ripetizione, forse dettata dall’esasperazione di essere scomparsi dal quadro massmediatico di televisioni, dirette Facebook e comizi di piazza in cui si agitava sempre qualche spettro, qualche nemico per frustrare maggiormente la sedimentazione rabbiosa della popolazione verso la povertà, verso una indigenza incompresa da larga parte dei partiti che si definiscono “popolari” e persino “di sinistra“.

Ma ci troviamo anche innanzi alla conferma della assoluta inadeguatezza ad assurgere al ruolo di comando, di guida dell’esecutivo. Per quanto si possa essere lontani dalle politiche economiche e antisociali del governo Conte, va riconosciuto al Presidente del Consiglio di interpretare adeguatamente il ruolo che gli è stato affidato e di non lasciarsi mai andare a polemiche pretestuose, a scatti d’ira o a dichiarazioni che apparentemente vogliono sembrare di sprone sociale e politico e che invece nascondono l’insidia sottile del dubbio, il sospetto che vi sia sempre un nemico da cui guardarsi per evitare di affrontare le nostre più ancestrali paure e fobie antisociali.

Aver recuperato un servizio di “Leonardo“, il telegiornale scientifico di Rai Tre, di cinque anni fa e averne fatto un “superscoop” rilanciato sui social a spron battuto, non ha fatto altro se non, da un lato dimostrare ennesimamente che tipo di contro-idea del Paese ha chi pensa di gestire la politica e le masse con questo metodo manipolatorio dell’informazione, facendola diventare disinformazione generalizzata e aumentando teorie complottiste che hanno davvero stancato; dall’altro lato proprio questo metodo chiarifica ulteriormente tutta la malafede con cui si fa politica se si pensa di comunicare al popolo tramite delle “fake-news” o creando ogni giorno una amplificazione esagerata di fenomeni che finiscono col diventare il contrario della loro essenza, quindi cadendo nel campo della menzogna, della falsità quasi istintivamente, naturalmente.

La gestione dell’emergenza Coronavirus poteva essere affidata ad un governo guidato dai sovranisti che utilizzano le “fake news” per accreditarsi come disvelatori di verità occultate dalle terribili trame del potere (che pure sono tante e che non vanno sottovalutate, ma non è questo il caso…) e acquisire consenso tra i cittadini alimentati quotidianamente a panzane? Ha ragione chi afferma con grande schiettezza che, nella disgrazia del tunnel in cui il virus ci ha tutti catapultati, siamo stati fortunati a non avere al governo i sovranisti: da quelli ex secessionisti fino a quelli neofascisti che accusano il Presidente Conte di “deriva autoritaria“.

La sospensione di precise libertà costituzionali e democratiche per esigenze di salute pubblica, per la tutela dell’interesse generale del popolo e della Nazione, è prerogativa del governo secondo la Carta fondamentale del nostro Paese.

Il governo ha tentennato gravemente sulla chiusura di tutti gli impianti produttivi non strettamente necessari al mantenimento della filiera delle necessità primarie: lo ha fatto come avrebbe fatto qualunque altro governo liberale di un tempo, diviso tra rivendicazioni giuste dei lavoratori e pretese di difesa dei privilegi di classe da parte dei padroni e di Confindustria. Il governo, altresì, si è trovato a gestire una emergenza che ha dimostrato tutta la fallacità della catena di comando intaccata da regionalismi impropri, da attribuzioni di poteri (derivati dalla infausta riforma del Titolo V della Costituzione), e ha fatto quanto era possibile per garantire che il Paese non cadesse nel panico, che la situazione della sanità destrutturata potesse in qualche modo reggere centralizzando le decisioni e agendo in merito con coscienza, per il bene collettivo.

Ciò non significa che gli errori commessi siano frutto anche di una ambiguità tutta politica sul fronte della scelta della protezione sociale piuttosto che dei privilegi padronali. Ma, se fossimo nella repubblica dei soviet, il fatto sarebbe incomprensibile: visto che a mala pena siamo in una democrazia che regge ad urti incredibili, è già un risultato se si è trovato un bilanciamento tra egoismi regionali e interesse nazionale.

Una politica “democristiana“, quindi una mediazione continua e di interfaccia tra parti sociali e padronali, aperta al confronto con la rigidità di una Europa che sembra sempre più al capolinea, può essere portata avanti solamente con donne e uomini che, oltre alla tutela dei privilegi dei privati e della grande economia che tutto mal sorregge e peggio sostiene, guardino al bene comune con un rigore morale che include un minimo di buona fede, di attaccamento ai valori che sono all’origine della Costituzione, del nuovo Stato repubblicano nato ormai 74 anni fa e che, tutto sommato, ha retto e regge a prove difficilissime.

Non avendo modo di riprendersi la scena e gli applausi sperticati di milioni di italiani indotti a vedere il nemico nei barconi con i migranti, nei rom che “geneticamente” sono votati al furto, nei negri che sono atavicamente portatori di malattie (s’è proprio visto con i voli di prima classe su cui si è spostato il Coronavirus dalla Cina fino alla Lombardia…), poiché impoveriti dalle politiche liberiste (anche del governo Conte) e disperati nella ricerca di un mantenimento della propria vita giornaliera, con un futuro invisibile davanti, la bestia del sovranismo c’ha provato e gli è andata male.

Non ne azzecca una. Peccato non gli cresca il naso come a Pinocchio. Altrimenti sarebbe più facile smascherarlo. Ma anche senza troppe magie, bastano i trucchi internettiani delle false notizie elargite come sensazionali “scoop” a mostrare tutta la pochezza e tutta la inadeguatezza di gente del genere che ha la pretesa di fare politica, di farla al solo scopo di sfruttare le nostre sempre troppe (e naturali) paure contro le nostre sempre poche certezze.

MARCO SFERINI

26 marzo 2020

Foto di Syaibatul Hamdi da Pixabay

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