La memoria corta è un tratto distintivo di questo povero nostro Paese. Conte fino a meno di un anno fa governava con Salvini. Salvini e la Meloni fino a pochi anni fa approvavano i peggiori trattati europei.
Il PD fino a pochi anni fa era l’alfiere del liberismo in salsa italiana insieme a forze di centrodestra come quella di Alfano, con il sostegno pieno di Confindustria.
I Cinquestelle fino a due anni fa giuravano di andare al governo soltanto da soli e mai e poi mai avrebbero fatto patti con i partiti tanto vituperati.
La Lega da secessionista è diventata sovranista. Il PD rischia di sembrare pure di sinistra in tutto questo trasformismo italico.
Noi comunisti che abbiamo detto da oltre trent’anni che le privatizzazioni impoverivano il Paese; che non si doveva destrutturare lo stato sociale costruito in tanti decenni di lotte; che profitto e ambiente non possono andare d’accordo; che si doveva mantenere un tempo la scala mobile e poi, messa da parte dal craxismo, ci siamo battuti per una patrimoniale seria (non quella delle sardine…), contro il regionalismo spinto che ha spezzettato, tra l’altro, la sanità pubblica, ebbene, noi siamo stati sempre derisi e trattati come demagoghi estremisti.
Nessuno è profeta in patria. Ma se la patria non la riconosci più col passare del tempo, se chi ti governa ti fa sentire straniero nel tuo Paese, allora essere profeti non è così difficile…
(m.s.)