I simboli sono importanti. Se vengono riconosciuti, se hanno quindi un valore, per l’appunto, “simbolico”. Un simbolo può essere una lettera, una parola, una frase, un disegno. Entrambe le cose, più elementi differenti messi insieme.
Oppure può essere anche soltanto un colore. Il rosso, ad esempio.
E’ un colore che, come sanno i lettori di questo sito, ci è particolarmente caro.
La tunica di Gesù, mitologicamente parlando, era rossa. Rosso è il vestito di Babbo Natale.
Rosso è il nostro colore. Del comunismo, del movimento anticapitalista.
Le bandiere rosse, i fazzoletti rossi (le “chiffon rouge”), le sciarpe rosse, le scarpe rosse, le magliette rosse.
Dalla rivendicazione dei diritti sociali, contro il capitalismo per un mondo a misura d’uomo e non di mercato e profitto fino al mostrare e dimostrare che una voglia di “umanità” deve poter avere spazio ancora nelle nostre vite.
Il rosso trova spazio in questi tempi di nero, di grigio scuro, di verde e di giallo.
Il rosso riesce ad avere ancora un suo protagonismo. Purtroppo perché era il colore indossato da alcuni bimbi migranti morti durante le traversate del mare…
Deve, il rosso, tornare ad essere un colore indossato e sventolato sempre come “colore dell’amore”.
Forse indossarlo ieri con tante magliette che si sono fatte notare in tutta Italia è stato un gesto insignificante sul piano dell’azione politica: qualcuno potrà averlo percepito così.
Forse è stato un momento di riconoscimento reciproco attraverso un colore: casuale o meno che sia. Ha riunito tutti coloro che si rifiutano di diventare crudeli, xenofobi, razzisti e antisociali per paura, odio e indifferenza.
A qualcosa, dunque, è servito.
Non siamo, tra di noi, soli anche se spesso ci sentiamo circondati, sconfitti, depressi, rassegnati.
Le magliette rosse di tutta Italia sono lì a dimostrarcelo.
Siamo gli umani rimasti con la coscienza d’essere tali e di vedere negli altri la medesima cosa.
Siamo i globuli rossi di una società anemica di umanità. Siamo importanti.
Prendiamone coscienza, manteniamo la criticità, aumentiamo sempre la differenza con chi ci è opposto.
(m.s.)
foto tratta da Pixabay