Domando: ma quindi i ragazzi entrano uno per volta. Uno per volta si siedono in quei loculi. Uno per volta si alzano se hanno bisogno di qualcosa, di andare al bagno. Non possono spostarsi da quei rigidi confini claustrofobici?
Questi divisori in plastica e cartone sono mortificanti per l’animo umano, per l’intelligenza e non sconfiggono il Coronavirus.
La socialità non la si può annullare in questo modo becero. Seguire tutte le norme sanitarie va benissimo ed è un dovere morale, civile e sociale per proteggersi a vicenda.
Ma qui siamo all’ipocondria di Stato.
Una scuola che permette una roba del genere (non so francamente come altro definirla senza scadere nell’insulto) è l’antitesi della maturità. La scuola deve essere sinonimo di libertà nella crescita critica personale. Tutto ciò è irricevibile e va stigmatizzato.
(m.s.)
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