«Non è il quarto polo della sinistra» ripetono da settimane gli esponenti di Dema, il movimento del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che ha riunito stamattina al Teatro Italia di Roma «un fronte popolare, ampio e democratico». Giovedì il vicesindaco partenopeo e segretario di Dema, Enrico Panini, aveva spiegato: «Ci saranno soggetti che decidono di scendere in campo ponendo il tema della necessità di cambiare il governo». La cifra dell’incontro è il civismo, l’intenzione è intercettare l’elettorato 5S scontento dell’accordo con la Lega. Sinistra italiana e Rifondazione comunista ci saranno ma senza intervenire dal palco. Il segretario nazionale del Prc, Maurizio Acerbo, ha ufficializzato la partecipazione aggiungendo: «Giudichiamo positivamente l’appello lanciato dal sindaco di Napoli, con cui abbiamo costruito un’esperienza di governo locale in alternativa al Pd e alla destra e poi anche al M5S. Da tempo lo sollecitiamo a un impegno diretto sul piano nazionale».
In scaletta, tra gli altri, sono previsti gli interventi di Cecilia Strada, il sindaco sospeso di Riace Mimmo Lucano, il giurista Paolo Maddalena e Miriam Congiu per i comitati Terra dei fuochi. In agenda le scadenze elettorali a cominciare dalle europee del 2019: il sindaco deciderà oggi se partecipare in prima persona ma ha già chiarito che resterà comunque alla guida di Napoli, cedendo eventualmente il posto al primo dei non eletti. Il sondaggio Bimedia, diffuso due giorni fa, dà la lista a guida de Magistris al 3,3%, appena sotto lo sbarramento del 4%.
Proprio in vista delle elezioni europee, sono attesi contributi video da esponenti di Podemos. Non sono previsti invece contributi da Diem25, il movimento di Yanis Varoufakis. De Magistris e l’ex ministro greco avevano battezzato insieme a Napoli la nascita della lista transnazionale per le europee lo scorso marzo. European spring ha visto poi la luce ma intanto i rapporti si sono raffreddati, Varoufakis ha accusato de Magistris di aver «rinnegato il patto per muoversi verso una coalizione Frankenstein». La replica è arrivata via comunicato: «Varoufakis ci accusa di essere protagonisti di un’ennesima coalizione e auspica che Dema scelga di sostenere il suo partito. È questa modalità proprietaria e accentratrice che ci ha convinto a fare un passo di lato, iniziando a lavorare a uno spazio politico aperto». La tensione è alta ma Panini ha sottolineare che comunque «le porte sono aperte a Diem25».
L’orizzonte europeo appare incerto ma per de Magistris l’obiettivo principale è la costruzione di un soggetto politico attrezzato a presentarsi alle politiche: «Una coalizione – è scritto nell’appello – pronta per organizzare il contrattacco». Il sindaco si appella ai valori della costituzione, l’elettorato a cui guarda è quello dei 5S. Anche ieri a Sky ha confermato che c’è «una sensibilità comune» auspicando un dialogo per le regionali del 2020 e le comunali del 2021 per poi aggiungere: «Adesso sembra fantapolitica, ci devi lavorare. Il dialogo c’è, non solo con Roberto Fico ma anche con altre componenti. Non penso che il contratto Salvini-Di Maio faccia bene ai 5S, bisognerebbe creare altri dialoghi e altre alleanze. Non è affatto escluso che, dopo le europee, si possa andare a votare anche per le politiche». Ma fonti della camera fanno sapere: «Il presidente Fico non ha mai parlato di alleanze alle elezioni locali o nazionali».
Dura la replica di Maria Muscarà, capogruppo 5S al Consiglio regionale campano: «Sono destituite di fondamento le voci su una presunta stampella M5S alla claudicante amministrazione de Magistris. Mai saremo al fianco del sindaco dei fondi sottratti a disabili e politiche sociali, dei parchi pubblici chiusi, delle aliquote comunali al massimo».
ADRIANA POLLICE
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