In Val di Susa la lotta non si arresta. Lo scorso fine settimana si è svolta l’ottava edizione del Festival Alta Felicità, organizzato dal movimento No Tav. La manifestazione ha richiamato 10mila persone. Ai piedi di Venaus nella borgata 8 dicembre si sono susseguiti concerti, dibattiti, e assemblee tra le tantissime realtà presenti da ogni parte d’Italia e anche da fuori.
Presente anche Nicoletta Dosio, che ha ottenuto un permesso dal magistrato. «Come me ci sono molti altri, in carcere o agli arresti domiciliari» ha ricordato. Sabato due cortei sono partiti dal campeggio del Festival e si sono diretti uno verso il cantiere di Chiomonte, l’altro verso il cantiere di san Didero.
In entrambi i casi i manifestanti hanno tagliato il filo spinato, a Chiomonte sono riusciti ad abbattere le recinzioni ed entrare nel cantiere. La polizia ha risposto con idranti e lanci di lacrimogeni. Bloccata l’autostrada A32 per ore. A San Didero i lacrimogeni della polizia hanno investito anche chi non partecipava alle azioni, tra cui giornalisti e osservatori di Amnesty International.
«In quest’ultimo anno il sistema Tav non ha fermato la sua vorace corsa – spiegano gli attivisti -. È stato ampliato il cantiere di San Didero per l’autoporto da parte della Sitaf, società che gestisce l’autostrada Torino-Bardonecchia, e i cui camion trasportano i detriti degli scavi, la stessa coinvolta nell’inchiesta Echidna che ha svelato le mire della ‘ndrangheta sui cantieri.
Una recente inchiesta giornalistica ha svelato il rischio idraulico e di stabilità per le dighe limitrofe, causato dai lavori che intaccano le falde e compattano il terreno. Sono iniziati anche i lavori propedeutici alla costruzione dello svincolo della Maddalena e arrivate notifiche per espropri di case e terreni a San Giuliano, Susa». L’Europa ha stanziato altri 700 milioni per la Tav.
Che si aggiungono agli 814 milioni appostati dall’Europa nel 2014. Ma probabilmente non basteranno.
LINDA MAGGIORI
foto: screenshot ed elaborazione propria