Vi sono luoghi in Italia dove chi si fa chiamare “democratico” non partecipa ai cortei antifascisti se la piattaforma della manifestazione critica le leggi liberticide prodotte dagli ultimi governi. Leggi repressive, leggi che tolgono diritti civili e non offrono tutele che si uniformino allo spirito di eguaglianza della Costituzione.
Vi sono banchi in Parlamento da cui si voterà oggi la fiducia sulla legge elettorale. Un ennesimo atto che contraddice lo spirito di cui tutti si sono sempre beati nel creare le norme con cui andare al voto: “Devono essere condivise dal maggior numero di forze politiche”. E’ vero. Peccato che non possa essere così, perché la discussione parlamentare e, quindi, l’intervento dialettico con proposte alternative da mettere in discussione e votazione viene evitato col porre la questione di fiducia.
Del resto, già dal 4 dicembre scorso abbiamo visto quanto abbiano a cuore la democrazia e la Costituzione coloro che si fanno chiamare “democratici”.
Non potevamo aspettarci percorsi molto differenti. Si continua a giocare a Monopoli e le regole le stabilisce chi porta il gioco. I giocatori si adeguino o lascino il tavolo.
(m.s.)
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