Sul futuro dei lavoratori ex Bekaert non si diradano le nubi. All’indomani dell’incontro – sostanzialmente inutile – al Mise per esaminare i progetti di reindustrializzazione dello stabilimento, al circolo Arci Rinascita di Figline Valdarno c’è stata un’affollata assemblea organizzata dalla Fiom Cgil: “C’è un po’ di scoramento – tira le somme Daniele Calosi – perché dopo quasi quattro mesi dall’ultimo incontro al ministero, le principali proposte di rilevare lo stabilimento sono ancora due, entrambe interessate alla produzione di filo tubi. La prima, da parte di un’azienda italiana (Trafilerie Meridionali, ndr) che riassorbirebbe solo 90 lavoratori con l’impegno, in caso riesca a trovare partner finanziari, a ricollocarne un numero più alto in tre anni. E anche la seconda, da parte della bielorussa Bmz, che peraltro non ha ancora presentato alcun piano industriale, porterebbe a riassumerne soltanto 90. Un problema grosso, visto che i lavoratori rimasti in cassa integrazione straordinaria sono ancora 224”.
La linea della Fiom resta quella della riassunzione di tutti i lavoratori: “Abbiamo ribadito al ministero che per noi la soluzione deve salvaguardare tutti i lavoratori ancora in cassa integrazione – va avanti il segretario fiorentino dei metalmeccanici Cgil – utilizzando anche nuovi ammortizzatori sociali. In caso contrario non siamo disposti a firmare alcun accordo. Il governo deve mantenere gli impegni presi. Se Bekaert non avesse scelto di delocalizzare, oggi non saremmo qui a discutere di una ricollocazione che di certo non può essere parziale”.
In proposito, Calosi conferma che si va avanti nel progetto di una nuova cooperativa: “Noi chiediamo che venga presa in considerazione questa proposta, arrivata da 60 ex dipendenti. Su questo c’è molta determinazione negli operai. Nelle prossime settimane, ben prima del nuovo incontro al ministero fissato per la fine di settembre, ci sarà la presentazione del piano industriale da parte di Legacoop Toscana. Un piano che prevederà, appunto, il reimpiego di tutti i lavoratori. E il governo dovrà ascoltarci: il ministro Di Maio è venuto a Figline più di una volta, assicurando sempre che non sarebbe andato perduto un solo posto di lavoro. Invece, alla prova dei fatti, le proposte ad oggi sul tavolo farebbero restare fuori dal perimetro aziendale quasi due terzi degli addetti”.
Anche l’altro sindacato presente in forze nell’ex Bekaert, la Fim Cisl, ha organizzato ieri un’assemblea. Parallela, perché i dirigenti cislini sono rimasti assai freddi di fronte all’ipotesi di una cooperativa: “Secondo me stanno sbagliando – osserva Calosi – e va rinviata al mittente l’accusa di rompere il fronte sindacale. Guardiamo in faccia la realtà: in otto mesi il cammino della reindustrializzazione è andato a dir poco a rilento. Mentre la fine della cigs è fissato al 31 dicembre, e la multinazionale belga ha già anticipato che a metà ottobre farà partire le procedure di mobilità. Lo ripeto: non possiamo perdere altro tempo”.
RICCARDO CHIARI
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