E’ nato un dizionario per le “faccine”, le cosiddette e così conosciute “emoticon”. Un nuovo linguaggio internazionale che cresce ogni giorno con nuove palline gialle con gli occhietti e i sorrisini e altri piccoli loghi che traducono in immagini parole e concetti.
Le “emoji” o “emoticon” che voler si dica, sono anche carine, servono a colorire un messaggino inviato con telefono. Ma che adesso inizino a sostituire parte del linguaggio è veramente surreale. Anzi, no. E’ reale. Perché si parla e si legge sempre meno. O forse si parla troppo leggendo troppo poco e cercando di capire quasi niente.
Ci si affida alle immagini, alle mezze frasi, a grandi titoli delle reti “all news” e ai cartelloni pubblicitari. L’informazione si fa per immagini e, giusto di contorno, si mette uno slogan molto striminzito per attirare appunto l’attenzione e non l’intelligenza delle persone.
Così facendo l’intelligenza si sviluppa sempre meno e gli italiani, come del resto anche altri popolo “eruditi” e “civilizzati” (la cogliete l’ironia dell’accostamento dei due termini tra virgolette?), abbreviano già i messaggini di testo con incomprensibili acronimi o simili… Le faccine gialle sorridenti chiudono il cerchio.
Al caro vecchio “Zingarelli” sostituiremo presto il “Dizionario internazionale degli emoji”. Allegria!
(m.s.)
foto tratta da Pixabay