“Ero tre contro uno”, ha scritto Donald Trump su Truth subito dopo il dibattito, riferendosi a Kamala Harris e ai due giornalisti, David Muir e Linsey Davis, che hanno condotto il dibattito e che, a suo dire, hanno favorito la rivale.

La verità è che il dibattito per Trump è andato malissimo. Se l’intento di Harris era quello di fargli perdere le staffe e confonderlo, c’è riuscita. La vice presidente è partita subito all’attacco, entrando nella sala del dibattito e andando diretta dal tycoon, costringendolo a stringerle la mano. Ed ha continuato assicurandosi che il dibattito riguardasse prevalentemente lui e i suoi tratti più deleteri.

La vicepresidente è riuscita a coprire quasi tutto lo spettro: i processi penali a carico del tycoon, il piano eversivo Project 2025, il tentato golpe del 6 gennaio, la fascinazione per i dittatori, le critiche all’eroe di guerra (per di più repubblicano) John McCain, la violenza razzista di Charlottesville minimizzata da The Donald, il suggerimento di abolire alcune parti della Costituzione e, forse la cosa più notevole di tutte, il diritto all’aborto.

Harris lo ha più volte portato a parlare del diritto all’aborto, spingendo Trump su un terreno dove si sentiva profondamente a disagio.

Per buona parte del dibattito il tycoon non è riuscito ad attaccare, è caduto in tutte le trappole, ha perso il filo, si è difeso, ha detto cose sconclusionate e ha ripetuto fake news e bufale clamorose, come il fatto che i democratici siano favorevoli all’aborto anche oltre il nono mese e, più di tutto, la storia per cui in Ohio gli immigrati mangino i propri animali da compagnia.

Quest’ultima è una super bufala messa in giro da un influencer di estrema destra, e che è arrivata al dibattito presidenziale grazie a Trump che l’ha ripetuta, e Muir che l’ha dovuta smentire. “Lo vedremo” ha ribattuto a denti stretti Trump.

Sull’aborto il tycoon si è rifiutato di rispondere alla domanda diretta e sul veto a un’eventuale divieto federale per le interruzioni di gravidanza, se il Congresso dovesse approvare una legge simile, ha anche preso le distanze dal suo vice JD Vance, che lo aveva garantito: “Non ne abbiamo parlato”, ha detto Trump.

Il tycoon si è difeso sostenendo che gli elettori vogliono che la legge sull’aborto sia affidata agli Stati, e Harris gli ha elencato una serie di situazioni in cui una donna che vive in uno stato con leggi restrittive in materia, e che ha complicazioni causate da un aborto spontaneo, non è contenta che a gestirle siano medici talmente terrorizzati dalle conseguenze che potrebbero subire che finiscono per non darle le cure necessarie.

Harris lo ha anche provocato parlando delle sue divagazioni, spesso confuse, durante i comizi e delle loro dimensioni, tema a lui carissimo, oltre a citare una revisione negativa delle sue politiche economiche fatta proprio dall’alma mater di Trump, la Wharton School dell’Università della Pennsylvania.

Ancora una volta Trump non ha ammesso di aver perso nel 2020. “Sei stato licenziato da 81 milioni di persone” ha detto Harris, che ha aggiunto: “È una cosa che non riesce a metabolizzare”.

Anche quando le domande erano scomode, la vicepresidente è riuscita a cavarsela. Una che temeva riguardava i suoi voltafaccia rispetto alle posizioni che aveva espresso nel 2019. Quando le è stata posta ha risposto che i suoi valori non sono cambiati, ed è entrata nello specifico parlando di fracking, un tema fondamentale per la Pennsylvania. Ai tempi lo voleva eliminare, ora afferma che non lo vieterà e, anzi, ha rivendicato di averlo favorito da vicepresidente.

Sulla guerra di Israele a Gaza, Harris ha risposto come era prevedibile, dicendo che servono un cessate il fuoco subito e la liberazione degli ostaggi, che i palestinesi devono avere uno stato e Israele deve avere il diritto di proteggersi.

Gli Usa continueranno a dare armi a Tel Aviv “ma solo per usarle con l’Iran”. Trump invece sul tema ha affermato che Harris odia sia Israele che gli arabi, poi si è vantato del supporto di Orban e quando gli è stato chiesto se volesse una vittoria dell’Ucraina, ha risposto di volere la fine della guerra.

Harris ha ribattuto che la soluzione di Trump per terminare quella guerra sarebbe consegnare l’Ucraina a Putin, che a quel punto passerebbe ad attaccare la Polonia. Poi, rivolgendosi agli “800.000 polacco-americani che vivono in Pennsylvania”, Harris ha chiesto chi vorrebbero loro come presidente.

Dopo il dibattito, a sorpresa, Trump è sceso in sala stampa a parlare con i giornalisti per avere l’ultima parola, sostenendo: “Questo è stato il mio miglior dibattito. Kamala Harris ha perso”.

A Kamala Harris, invece, è arrivata la notizia dell’endorsement di Taylor Swift, affidato ad Instagram, e firmato “gattara senza figli”.

MARINA CATUCCI

da il manifesto.it

foto: screenshot tv